Il lavoro nero non arretra, neppure aumenta. Nell'economia nuorese piegata dalla crisi emergono fenomeni nuovi, dall'assunzione di lavoratori stranieri in Paesi esteri che operano qui ma senza i contributi retributivi e previdenziali adeguati alle società fantasma con sede in Svizzera che assumono italiani, all'uso distorto di contratti di collaborazione o a progetto tra i privati e anche negli enti pubblici. È la mappa delle irregolarità , vecchie e nuove, secondo l'Ispettorato provinciale del lavoro che fa il punto della situazione del 2012 e annuncia i futuri impegni di vigilanza per scoraggiare evasione ed elusione contributiva e fiscale.
I CONTROLLI I controlli, nell'ambito della vecchia provincia di Nuoro, riguardano la posizione di 1.071 aziende. Salta fuori che 504, ovvero il 48 per cento, sono irregolari. In particolare, lo sono 1.108 lavoratori di cui il 27 per cento, cioè 291, totalmente in nero: tra loro anche 3 minori.
VIOLAZIONI E REATI Truffa, falso, omesso versamento delle ritenute previdenziali e mancata collaborazione con l'attività ispettiva sono i reati più ricorrenti. Nel 2012 in tutto sono 66, mentre le violazioni in materia di prevenzione raggiungono quota 181. Gli appalti illeciti arrivano a cento. In tre casi scattano sequestro e sospensione di cantieri mentre la riqualificazione dei rapporti di lavoro vale in 362 casi ed equivale al 33 per cento. Le sanzioni amministrative fruttano all'Erario 462 mila 692 euro mentre i recuperi contributivi arrivano a due milioni 493 mila euro. Numeri in crescita - spiega il direttore Eugenio Annichiarico - mentre è stabile il lavoro nero.
NUOVI FENOMENI «Grazie a un lavoro di intelligence sono emersi aspetti preoccupanti come l'aumento dell'uso distorto di contratti a progetto e di collaborazione nella pubblica amministrazione e tra i datori di lavoro privati», dice Annichiarico a proposito dell'attività che impegna il maresciallo dei carabinieri Antonio Bardino e i dirigenti dell'Ispettorato Pietrina Corrias, Giuseppe Ticca, Pietrino Fadda e Giampaolo Moledda. In edilizia c'è il ricorso facile alle false partite Iva e a falsi lavoratori autonomi. Una nuova frontiera è la truffa ai danni del sistema previdenziale con l'impiego di lavoratori stranieri che risultano assunti nei Paesi di provenienza: il fenomeno interessa soprattutto cittadini rumeni che operano nel settore alberghiero. Per loro la tutela contributiva è minore. E poi ci sono le società fantasma, con sede in Svizzera: assumono italiani eludendo l'imposizione contributiva e previdenziale che vige da queste parti. «Siamo consapevoli delle difficoltà ma la crisi - sottolinea Annichiarico - non può giustificare un abbassamento della soglia di tutela dei lavoratori».
Marilena Orunesu