Presidio a oltranza. Le tende piazzate davanti all'ingresso del palazzo della Regione in viale Trento a Cagliari non saranno smontate. Resteranno lì, sotto i portici, fino a quando non sarà firmata la proroga dei contratti di tutti i lavoratori dei Centri servizi per il lavoro e dei Centri di inserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati. Gli operatori, che dal 1° gennaio scorso non hanno più un impiego, assicurano che continueranno a fare i turni, giorno e notte, per portare avanti la protesta.
Ieri pomeriggio, una delegazione è stata ricevuta a Villa Devoto dal presidente Ugo Cappellacci ma l'incontro non ha sortito gli esiti che gli operatori si sarebbero aspettati. Cappellacci ha assicurato che «considerata la questione, c'è la volontà di trovare una soluzione organica. Nei prossimi giorni incontrerò i rappresentanti sindacali per discuterne tutti insieme». Manuela Piras, referente Uil Temp e portavoce dei lavoratori di Csl e Cesil, non nasconde un pizzico di delusione. «Ci ha lasciati con l'amaro in bocca. Siamo stati ascoltati», dice, «e abbiamo la certezza che la nostra situazione sia ormai conosciuta da tutti ma rimaniamo perplessi sul fatto che ora si vogliano incontrare i sindacati. Ormai è assodato che dal punto di vista normativo gli enti presso cui operavamo sono impossibilitati a prorogarci. Chiediamo che venga applicata la norma, che stabilisce una proroga in capo all'Agenzia regionale per il lavoro».
Per ora, pare che l'unica eccezione sia stata fatta per gli operatori di Nuoro dove, conferma Piras, «dopo la sospensione di un mese, i contratti sembra che possano riprendere. Non vogliamo più promesse ma fatti. Siamo liberi e disoccupati. Resteremo accampati finché non verrà approvato un atto preciso e inattaccabile di risoluzione al nostro problema».
Eleonora Bullegas