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L'unione sarda. Sfugge al suo sequestratore

Mamma di Siniscola in salvo: «Grazie, carabinieri»

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Quando si è presentata alla pattuglia di carabinieri, visibilmente sotto choc, ha detto di essere sfuggita a un sequestro di persona proprio grazie alla loro presenza. Protagonista del misterioso episodio su cui gli inquirenti stanno ancora cercando di far piena luce una mamma di Siniscola: Giusy Cherchi di 40 anni. Erano circa le undici di ieri mattina quando la donna ha chiesto aiuto a una pattuglia in servizio sull'Orientale sarda, a nord di Posada, vicino allo svincolo sulla 131 Nuoro-Olbia.
IL RACCONTO In base al suo racconto, un uomo armato di pistola e a viso coperto qualche minuto prima l'aveva costretta a mettersi alla guida della sua auto. Lei si trovava nel cimitero di Siniscola, quando è stata avvicinata dall'individuo mascherato. «Sali in macchina e mettiti al volante», avrebbe detto il misterioso bandito alla donna sistemandosi a sua volta nel sedile posteriore. Sotto la minaccia dell'arma la vittima ha dovuto accendere il motore e guidare imboccando la superstrada in direzione di Olbia.
IL PERCORSO Arrivata allo svincolo nord di Posada il suo sequestratore avrebbe obbligato la donna a uscire dalla strada a quattro corsie e a immettersi sulla vecchia 125. Una volta superato lo svincolo il bandito si sarebbe accorto della presenza, anche se in lontananza, di un'auto dei carabinieri e a quel punto le avrebbe ordinato di fermare l'auto, uscendo di corsa dall'abitacolo per poi scappare a piedi nelle vicine campagne.
SOCCORSI A Posada è subito scattata la caccia all'uomo, ma del misterioso individuo non si è avuta nessuna traccia. La donna è stata accompagnata all'ospedale San Francesco di Nuoro per essere sottoposta ai controlli medici. Le sue condizioni a parte un forte stato di choc sarebbero buone. I sanitari non hanno rilevato nessun segno di violenza sulla donna che però è rimasta a lungo in preda ad uno stato di forte paura.
RICERCHE A Posada sono proseguite le ricerche del bandito, ma senza esito. Gli inquirenti eseguono verifiche e vagliano il racconto fatto dalla donna, sul quale insistono alcuni aspetti non del tutto chiari. Unica cosa certa è che la vittima non poteva certamente finire nelle grinfie di un malvivente a scopo di estorsione, in relazione alla sua modesta situazione economica. Secondo gli investigatori si tratterebbe di un sequestro atipico anche per le modalità seguite.
PEDINATA DA GIORNI Il timore è che ad agire possa essere stato un eventuale violentatore. La donna da diverse settimane aveva confidato ai familiari di sentirsi pedinata. Ma c'è anche un altro episodio sul quale stanno investigando i carabinieri: la scorsa settimana la donna ha denunciato ai militari di essere stata speronata da un'auto mentre era alla guida della sua utilitaria lungo la strada che collega la città a Sant'Elene, appena fuori dal centro abitato. Al volante un individuo che avrebbe cercato di farla finire fuori strada senza però riuscirvi.
Fabrizio Ungredda

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