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L'unione sarda. «Il Tribunale è da salvare»

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Settemila procedimenti pendenti dal gip, altri 1800 in attesa di un'udienza. E poi mille processi pendenti davanti al giudice monocratico e cento in quello collegiale. Sono i numeri della giustizia nel Nuorese che, dopo i tagli di sezioni staccate e giudici di pace, rischia un grosso ridimensionamento nel Tribunale. Prospettiva inquietante e anche vicina quella illustrata dal presidente dell'ordine degli avvocati, Priamo Siotto, ospite ieri del consiglio provinciale.
ALLARME In aula il presidente Roberto Deriu fa una fugace comparsa all'inizio della seduta. Poi lascia al vice Cosimo Stara. «La proposta di riforma del ministero di Giustizia è l'anticamera della soppressione», sottolinea Siotto denunciando i rischi: se dopo il parere del consiglio giudiziario della Sardegna, che ha espresso la sua contrarietà, dovesse arrivare quello del Csm, il provvedimento potrebbe essere adottato dal Governo in carica.
IL DOCUMENTO Il presidente del Consiglio Daniela Forma presenta il documento adottato all'unanimità dall'assemblea. Esprime solidarietà agli avvocati in sciopero e contrarietà alla nuova geografia giudiziaria, sollecita ai candidati locali alle elezioni politiche un impegno per «farsi carico della necessità di modificare la proposta di riforma della redistribuzione degli uffici giudiziari a maggiore tutela del territorio provinciale».
IN AULA Diversi i consiglieri assenti. I presenti sono 13. Molti intervengono a sostegno della vertenza: Renzo Soro, Federico Castori, Ignazio Piras, Maria Paola Etzo (che chiede un intervento più incisivo), Gesuino Beccari, Pasquale Maoddi, Francesco Arru, Fabio Fancello, Giuseppe Buffoni, Cici Mula, Antonio Arbau, Pierpaolo Coronas. Alcuni propongono di riprendere in mano il problema con una seduta dopo il voto. Intanto, oggi una delegazione partecipa all'assemblea in programma al palazzo di Giustizia. ( m. o. )

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