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L'unione sarda. Province, referendari in rivolta: «Il Consiglio ora torni a casa»

SCHEDE ELETTORALI. Cossa: tradito il voto dei sardi. Cappellacci: nessun ripensamento

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Le Province prorogate fino alla scadenza naturale? «Un inaccettabile schiaffo ai sardi, è il tradimento dei referendum: vincono le forze della conservazione di destra e sinistra, unite contro le riforme e i tagli alla politica». Michele Cossa, coordinatore dei Riformatori sardi, non usa mezzi termini: «La decisione di non discutere la proposta di legge che abolisce le Province e proseguire come se nulla fosse nei lavori consiliari dimostra che in realtà destra e sinistra hanno costituito un fronte consociativo che non vuole alcun cambiamento. Anzi, sono unite per mantenere il potere e il sottogoverno delle Province e se ne infischiano dei sardi».
L'ACCUSA Cossa entra nel merito della presunta incostituzionalità della riforma: «Adesso tutti sono diventati costituzionalisti, pure il presidente dell'Unione Province, Deriu», prosegue. «Ma il Consiglio regionale non si è messo il problema quando ha approvato leggi che erano palesemente incostituzionali: quindi non ci si nasconda dietro l'incostituzionalità, il cui accertamento spetta solo alla Consulta. Quello che è accaduto dimostra che se non fosse stato per i referendum il tema dell'abolizione delle province oggi sarebbe già morto e sepolto. Ma stiano tranquilli i reazionari di ogni colore: non sarà così». Non a caso i Riformatori oggi in un incontro chiedono lo scioglimento del Consiglio «che resuscita le Province».
INTERVIENE IL GOVERNATORE «L'abolizione delle Province regionali è un fatto certo e acquisito. Nessun passo indietro». A dirlo è il governatore Ugo Cappellacci: «L'atto proposto dalla Giunta non rappresenta un ripensamento, ma l'esatto contrario: poiché ancora non è stata approvata la legge di riordino, il disegno licenziato dall'esecutivo fissa il momento in cui calerà il sipario sugli enti e lo fa secondo modalità che rendono irreversibile il procedimento. Insomma, il destino delle Province è segnato».
I REFERENDARI Ma il movimento referendario contesta: «Quanto vale il parere dei 525 mila sardi che hanno votato i referendum del 6 maggio per l'abolizione delle Province? Per il Consiglio nulla. La legge che disponeva lo scioglimento dei Consigli, delle Giunte provinciali e di tutti i centri di potere politico collegati per il 28 febbraio è carta straccia. L'Aula si appresta a varare una proroga per amici: “Sardegna si cambia” chiede ai sardi di impedire questo scempio: quest'assemblea non rappresenta più nessuno, deve andare a casa». Domani mobilitazione alle 9,30 sotto il Consiglio.
PARLA DERIU Di parere opposto Roberto Deriu, presidente dell'Unione Province (Ups): «I referendum erano e restano anticostituzionali non essendo possibile andare contro le sentenze della Consulta che vietano il commissariamento dei Consigli provinciali regolarmente eletti. Qualcuno ha illuso i sardi e ancora tenta di farlo».
Lorenzo Piras

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