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L'unione sarda. «No a regole dettate dal Qatar»

«Troppo cemento potrebbe farci diventare più poveri»

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Dal nostro inviato
Augusto Ditel
ARZACHENA «Il piano del Qatar? Noi, non ne sappiamo nulla: le poche notizie che circolano, le abbiamo apprese dalla stampa». Fabio Fresi pesa le parole, non vuol passare per l'esponente di punta della minoranza di Arzachena che spara sul pianista (cioè sul sindaco Alberto Ragnedda), così, per partito preso o per capriccio.
«Non vorremmo passare - spiega ancora il capogruppo del Pd - per coloro che hanno pregiudizi nei confronti di un imprenditore facoltoso e importante che intende investire nel nostro territorio, ma il metodo è proprio sbagliato».
Fresi non fa fatica a estendere il concetto. «La pianificazione urbanistica è una prerogativa dell'ente pubblico, che deve impartire le direttive. E il privato, a queste, si deve attenere. Nel caso del progetto del Qatar invece mi sembra stia avvenendo il contrario: il Comune rischia di subire la volontà e il business del privato».
L'ALLEANZA A giudizio di uno dei due leader della minoranza, «l'ideale sarebbe intanto una concertazione con la parte del consiglio comunale che sta all'opposizione e un'intesa tra pubblico e privato in modo che venga progettato in maniera armonica, con effettive e concrete ricadute sul territorio, un piano integrato del turismo del quale oggi non si avverte traccia».
Fresi dà uno sguardo all'indietro. «Se dopo cinquant'anni dalla nascita della Costa Smerada - osserva -, l'industria turistica patisce gli effetti di una crisi senza precedenti; se i giovani non trovano lavoro; se l'economia è bloccata, beh, significa che qualcosa non è andato per il giusto verso».
GLI STAZZI «L'unica cosa che abbiamo visto - racconta ancora Fabio Fresi - sono i progetti degli stazzi che però dovranno seguire un altro percorso rispetto al piano di sviluppo del Qatar, e cioè le norme del piano casa. Fermo restando che ci esprimeremo nel merito, per esempio osserviamo che anche la ristrutturazione degli stazzi sarebbe potuta rientrare nel progetto generale della nuova Costa Smeralda. Procedere così, a macchia di leopardo, non ci piace, e appena il sindaco porterà l'argomento in consiglio comunale, diremo come la pensiamo, precisando che le nostre sono valutazioni politiche, e non ispirate da remore ambientalistiche».
IL PAESAGGIO Nell'analisi dell'opposizione c'è anche l'aspetto legato alla salvaguardia delle straordinarie bellezze del territorio. «Attenzione - avverte Fresi - a quello che c'è rimasto: se ci giochiamo le ultime risorse che madre natura ci ha donato, tra quindici anni saremo più poveri di oggi. A questo punto, sarebbe opportuno discutere di questo nuovo progetto integrato non solo nelle assemblee municipali, ma anche con le forze sociali, con i sindacati, gli stessi imprenditori galluresi. Sarebbe interessante, ad esempio, organizzare anche un dibattito pubblico per sentire il parere della gente, e non solo degli addetti ai lavori. Spero che il sindaco, come pare abbia dichiarato mercoledì mattina, voglia davvero coinvolgere la parte di cittadinanza che non si riconosce nella sua maggioranza».
Il modello proosto è quello di «partire con le strutture ricettive, per poi affiancare a queste le attività economiche collegate, come accadde molti anni fa, quando la Costa Smeralda intesa come méta turistica, veniva completata con la Biancasarda, la Cerasarda, la stessa Alisarda».
LE FIAMME GIALLE Intanto si è chiarito il motivo della visita della Guardia di Finanza negli uffici di Porto Cervo della Sardegna Resorts. «Martedì mattina - dice il colonnello Corrado Pillitteri, comandante provinciale delle Fiamme Gialle - è stato compiuto un controllo di carattere fiscale sull'attività degli anni passati, uno degli 800 controlli che abbiamo programmato in tutta la provincia di Sassari. Nulla a che vedere con i progetti del Qatar: noi, di questa roba, non ne capiamo nulla. In occasione di queste verifiche, controlliamo se una fattura emessa dalla società X, in questo caso la Sardegna Resorts, è stata annotata nei registri dei contribuenti che l'hanno ricevuta. Oppure verifichiamo il percorso contrario. Se avessimo saputo - conclude il colonnello Pillitteri - che l'indomani il sindaco di Arzachena avrebbe convocato una conferenza stampa sui progetti del Qatar, avremmo posticipato quel controllo alla settimana prossima».

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