«Adesso basta, non se ne può davvero più di questo balletto che il centrosinistra continua a mettere in scena tra Comune e Provincia, tra Pd e socialisti, tra Bianchi e Deriu. Da quando si sono insediati è un continuo batti e ribatti, polemiche, lotte intestine, insulti e una inesauribile fame di poltrone. Una Beautiful in salsa barbaricina». Finora in silenzio, l'opposizione di centrodestra ieri è uscita allo scoperto sul caso-Carboni, che sta monopolizzando il confronto politico a Nuoro. Ciriaco Mula, capogruppo del Pdl, bolla lo scontro in atto come un capitolo «dell'infinita lotta di potere che tiene in ostaggio la provincia di Nuoro e il suo capoluogo. Che il centrosinistra fosse una coalizione litigiosa lo si sapeva ma che fosse attraversata da derive di intolleranza al dissenso adesso è cosa pubblica».
Le accuse di Carboni a Bianchi diventano, secondo Mula «diritto di critica e autocritica» che, «non può trovare spazio nel centrosinistra nuorese. Dire che il sindaco di Nuoro amministra male è una libertà che ci si può concedere a patto di non ricoprire incarichi di governo. Una logica assurda, che piega le ragioni dell'interesse pubblico agli interessi di potere di una parte. Un assessore provinciale che critica l'operato, a dire il vero scadente, dell'inquilino del palazzo comunale va subito rimosso, perché la maggioranza deve ussere caratterizzata da un pensiero unico».
Contestato, da Mula, anche Roberto Deriu. «Fedele a questo modo di pensare appare il Presidente della provincia che - sostiene il capogruppo del Pdl - coi bizantinismi tipici della sua azione politica, deve “fare fuori” il traditore socialista perché così ha deciso il Pd. Un ruolo scomodo, certamente, quello di Deriu che risponde “presente” e, da quanto emerge sulla stampa, sembra pronto a ubbidire. La soluzione proposta è quasi divertente: Carboni in giunta ma senza deleghe. Quasi che le istituzioni pubbliche si possano usare come un parcheggio».