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L'unione sarda. «L'assessore è sgradito a chi vuole l'inceneritore»

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Ci sarebbe un filone tutto macomerese nella vicenda della possibile defenestrazione dell'assessore provinciale all'Ambiente Ivo Carboni chiesta dal segretario del Pd nuorese Giuseppe Pirisi. E questo non solo perché Pirisi è cittadino macomerese, ma perché le vere motivazioni dello scontro in atto riguarderebbero la politica dei rifiuti su cui Carboni svolge un ruolo di primaria importanza. È questa la lettura che, dell'affaire Carboni, dà il comitato cittadino Non bruciamoci il futuro che, da Macomer, si batte da oltre due anni contro la realizzazione del nuovo inceneritore di Tossilo.
«L'operazione di delegittimazione di Carboni - sostiene il gruppo ambientalista - è portata avanti a nostro avviso dalla stessa lobby inceneritorista, ben rappresentata in Provincia dal Pd e dai suoi alleati strategici, che non hanno mai accettato il confronto sulle tematiche della gestione dei rifiuti col nostro comitato e con i cittadini».
Parole al vetriolo che promettono di rinfocolare ancora quella che a Macomer è la questione delle questioni: la realizzazione di un inceneritore che costa oltre 40 milioni di euro. «È paradossale - sostiene Non bruciamoci il futuro - che la Provincia dia un peso così importante alle esternazioni, seppur discutibili, dell'assessore Carboni sull'operato della giunta comunale di Nuoro e non senta il dovere di rispondere ai cittadini su questioni quali: la tutela della salute nel Marghine dove la stessa Asl ha accertato la presenza di diossine, il mancato avvio di un progetto di ricerca sull'incidenza dei tumori nel Distretto sanitario di Macomer, le autocertificazioni fai da te della Tossilo Spa e le numerose irregolarità messe in atto dal Consorzio industriale di Tossilo e dalla Regione per la realizzazione del nuovo inceneritore».
Luca Contini

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