Puntano al voto per le regionali con la doppia preferenza di genere le donne del Pdl. Hanno presentato un emendamento da inserire nel testo della legge elettorale in questi giorni sotto la lente dell'Aula. Ma dietro l'angolo c'è lo scoglio del voto segreto: «Lo chiederemo palese», anticipa Gabriella Greco, vicecapogruppo in Consiglio e firmataria del correttivo alla legge insieme alle colleghe Rosanna Floris e Linetta Lunesu. «La doppia preferenza è lo strumento più adatto per raggiungere un riequilibrio numerico ed elettivo per la composizione dell'assemblea».
EMENDAMENTO Possibilità e non obbligo per l'elettore. Il tentativo di introdurre le quote rosa che ancora non sono riuscite a far breccia nel sistema elettorale sardo. «È una battaglia di civiltà giuridica che dura da tre anni in modo bipartisan», sottolinea la Floris. L'ultimo tentativo si era inceppato in Commissione. «Adesso i tempi sono maturi per portarla avanti». La Greco cerca di mettere a tacere le recenti polemiche: «Per la Corte costituzionale la doppia preferenza è uno strumento legittimo, che non lede la libertà dell'elettorato attivo e passivo». La realtà della Campania, dove la legge regionale ha da poco superato il vaglio della Consulta, lo dimostra.
POLEMICA Pungente il commento di Francesca Barracciu, consigliere regionale del Pd: «Se la legge elettorale è arrivata in aula senza la doppia preferenza la responsabilità è del centrodestra e in particolare delle colleghe Greco e Floris. In Commissione si sono assentate al momento del voto sul mio emendamento determinandone la bocciatura». Immediata la replica di Greco e Floris: «Vogliamo tranquillizzare la collega Barracciu. Le colleghe del Pdl sono state, e sono vigili e attente, sulla introduzione della doppia preferenze di genere nella legge elettorale in discussione in Aula. Al Pdl non interessa rivendicare primogeniture ma raggiungere l'obiettivo: il rispetto principi sanciti nel nostro Statuto».
Sara Marci