L'anno scorso, sulla Sardegna, sono piovuti appalti e opere pubbliche. Ma le imprese locali non sono del tutto soddisfatte. Motivo? La fetta grossa è andata alle grandi aziende (provenienti da fuori), mentre le piccole realtà sarde sono rimaste a bocca asciutta. A denunciarlo è Francesco Porcu, segretario regionale della Cna Sardegna. Il leader degli artigiani, a sostegno della sua tesi, ha portato qualche numero.
I DATI Il bilancio totale del 2012 è di 1546 bandi nell'Isola, per un valore di 1,46 miliardi di euro (l'importo medio delle gare bandite è di 1,08 milioni di euro). Rispetto al 2011 è aumentato sia il numero (+7,3%) sia il valore (+40%). Nell'anno appena trascorso, sono stati inoltre aggiudicati 738 appalti, per un importo totale di 862,4 milioni di euro. Anche in questo caso, si segnala un aumento rispetto all'anno precedente: nel 2011 si erano avute 648 aggiudicazioni per un importo di 625,6 milioni di euro.
IL MERCATO «Si tratta di un dato positivo», spiega Francesco Porcu, segretario regionale Cna, «ma non è in grado di invertire la tendenza di un mercato ancora immerso in una pesante spirale recessiva». Analizzando la tipologia dei bandi, anche il 2012 conferma la polarizzazione del settore verso opere di importo unitario molto elevato, peraltro sempre più assegnate secondo forme innovative (project financing, appalto integrato, facility management, concessione) per 1,05 miliardi, pari al 70% del valore complessivo.
IL LAVORO «Parliamo di opere», spiega il segretario della Cna sarda, «che per la loro dimensione e modalità di affidamento tagliano fuori le imprese sarde. La loro natura poi - prevalentemente opere stradali - è a bassa intensità di manodopera e non è quindi in grado di proporre alcun contributo sul fronte dell'occupazione, in un settore che nell'ultimo triennio ha perso 15 mila posti di lavoro». Basti pensare, precisa Porcu, «che 15 gare (per il valore di 881 milioni su 1546) rappresentano da sole oltre il 60% del valore complessivo appaltato. Le maggiori 35 (1,052 miliardi) valgono oltre il 72%. «Il mercato regionale», incalza Porcu, «continua ad essere condizionato dai grossi appalti che, oltre ad essere appannaggio delle imprese non sarde, non avranno certamente effetti immediati sul fronte della spesa e in termini occupazionali. Diminuiscono viceversa gli appalti di medio importo», prosegue il leader della Cna sarda, «che sarebbero più facilmente abbordabili da parte delle imprese isolane e potrebbero avere un riscontro immediato sull'economia regionale».
LE GARE Tra le prime dieci gare pubblicate nel 2012, conclude Francesco Porcu, «spiccano infatti i maxi appalti per la realizzazione della Sassari-Olbia per oltre 300 milioni di euro, mentre continuano a diminuire le gare d'appalto bandite dagli enti locali, penalizzati dai limiti imposti dal patto di stabilità e dalle sempre minori risorse a disposizione».
I COMUNI Cristiano Erriu, presidente regionale dell'Anci, l'associazione nazionale dei comuni, conferma le conclusioni di Francesco Porcu: «Il patto di stabilità è un freno alla progettualità degli enti locali. A ciò si aggiunge il patto che grava sulla Regione. Mi risulta che l'assessorato dei Lavori pubblici abbia residui, ossia soldi non spesi, pari a 400 milioni di euro». E nel 2013 quali saranno le attese? «Ancora peggiori», ammette Erriu, «tanto più se si pensa che lo Stato ha ridotto di 400 milioni le risorse a disposizione del bilancio regionale».
Lanfranco Olivieri