Si inasprisce la vertenza-giustizia. Dopo la protesta di gennaio gli avvocati nuoresi tornano a scioperare tra qualche settimana: dal 14 febbraio e fino al 31 marzo si asterranno da tutte le udienze per protestare contro la riforma del ministro Paola Severino che spazzerebbe via giudici e pm ridimensionando il ruolo del Tribunale barbaricino.
DECISIONE Dopo l'assemblea del 31 gennaio che a palazzo di Giustizia riunisce tutte le toghe nuoresi, amministratori locali e forze sociali, il consiglio dell'Ordine, presieduto da Priamo Siotto, dà corso alla nuova protesta. Gli avvocati lasciano a casa la toga e si astengono dalle udienze civili, penali, amministrative e tributarie per porre con forza la questione-giustizia e contestare la nuova mappa organizzativa disegnata dal ministero.
SOLIDARIETÀ L'Unione regionale delle Curie, riunita venerdì a Oristano, scende in campo a sostegno dell'Ordine di Nuoro. Esprime il parere contrario alla riforma proposta dal ministero di Giustizia perché il testo modifica le piante organiche dei Tribunali sardi, Nuoro compresa. E aderisce alla mobilitazione decisa dagli avvocati che reduci dallo sciopero andato avanti dal 21 al 29 gennaio preparano ora la nuova clamorosa protesta.
I TAGLI Alla base dell'iniziativa la riforma che ridurrebbe i magistrati dagli attuali 16 a 12 mentre i pm passerebbero da sette a sei con la conseguente soppressione delle due sezioni, civile e penale, e la costituzione di una sezione promiscua. Effetto immediato dell'accorpamento è il passaggio di Nuoro nella fascia dei Tribunali minori.
PARALISI «Tutto ciò - spiega Siotto - andrebbe a innestarsi all'interno di una situazione già di per sé estremamente critica, caratterizzata da una permanente carenza degli organici pari al 60 per cento nel settore penale e ancora più acuta in quello civile». Ad aprile due giudici sono in partenza, un'altra è in maternità . Perciò nella sezione civile in servizio ci saranno solo il presidente e un giudice del lavoro sui due previsti.
MOBILITAZIONE Per scongiurare la paralisi e la riforma, il consiglio dell'Ordine degli avvocati è pronto allo sciopero, ma anche a una serie di incontri aperti alle forze politiche, imprenditoriali e sociali per sensibilizzare tutti sui rischi futuri degli uffici giudiziari. Se il progetto ministeriale, ispirato a una politica di accentramento, passasse - avverte Siotto durante l'audizione di mercoledì nel consiglio provinciale - «sarebbe l'anticamera della soppressione». Da qui la battaglia delle toghe nuoresi, per evitare che l'accorpamento annunciato sia il primo passo dello smantellamento.
Marilena Orunesu