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L'unione sarda. Csl e Cesil, precari accampati

In tenda davanti alla Regione gli operatori dei Centri servizi per il lavoro

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Accampati da una settimana sotto i portici della Regione di viale Trento a Cagliari, circa venti lavoratori dei Centri servizi per il lavoro e dei Centri di inserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati fanno i turni per portare avanti la loro protesta. Anche se sono stremati dal freddo e dall'umidità della notte, hanno deciso di non lasciare tende e presidio fino a quando non sarà assicurata la ripresa della loro attività.
LA RABBIA E L'IRONIA Tra striscioni, due “pinocchi” e manifesti di protesta, incollati ai pilastri del palazzo della Regione ci sono anche due cartelli: «A.A.A. Offresi esperto in creazione di impresa, laurea in Economia e commercio», «Esperto in orientamento, laurea in psicologia». Le referenze: dai 4 ai 7 anni di esperienza maturata nei Csl.
Ieri mattina accanto alle tende hanno allestito alcuni banchetti e si sono messi a disposizione di potenziali utenti in cerca di lavoro. Qualcuno, alla fine, si è presentato per davvero. Verso mezzogiorno, un uomo sulla cinquantina fa un colloquio con un'operatrice. Alla fine si alza dalla sedia, ringrazia e se ne va. «Si è rivolto qui perché è stato indirizzato da alcuni miei colleghi», spiega Annalisa Brughitta, che si occupava del servizio domanda e offerta nel Csl di Quartu. «Ha chiesto una consulenza. Vorrebbe trovare un lavoro come assistente per malati, anziani e disabili. Gli ho impostato un progetto di reinserimento e riconversione occupazionale».
GLI UTENTI La tipologia di persone che si rivolge ai Csl e ai Cesil è abbastanza varia. «Agli sportelli - conferma Brughitta - si presentano sia muratori che non hanno mai compilato un curriculum e non sanno neppure dove andare a cercare un'offerta di lavoro, sia persone laureate, in possesso di specializzazione, che vorrebbero fare esperienza anche all'estero».
I circa 300 lavoratori, a casa dal primo gennaio scorso, chiedono che venga applicato quanto previsto nella legge regionale 25 dello scorso 20 dicembre, ovvero il passaggio del personale all'Agenzia regionale per il lavoro, affinché si possa attuare una riorganizzazione dei servizi.
Gigi Floris, referente Uil Temp, si chiede chi stia operando «in questo momento nelle sedi istituzionali, visto che il servizio non può essere erogato. Negli uffici ora ci sono solo impiegati amministrativi, ex ministeriali, che non hanno le caratteristiche soggettive e la professionalità per offrire questo tipo di servizio».
Eleonora Bullegas

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