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L'unione sarda. La sfiducia divide l'opposizione

Diana (Pd): sulla mozione gli alleati non ci hanno consultato

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Per ora la mozione di sfiducia a Cappellacci crea problemi soprattutto all'opposizione, da cui proviene: «Mi dispiace che i nostri alleati non ne abbiano discusso con noi», commenta Giampaolo Diana, capogruppo del Pd in Consiglio regionale, «non vorrei che fosse solo una mossa elettorale».
PERPLESSI Il documento è stato annunciato dai consiglieri di Sel (primo firmatario Luciano Uras) e Idv, con Roberto Capelli (Api-Centro democratico) e Claudia Zuncheddu (Sardigna libera): «Non siamo stati informati - prosegue Diana - e tra l'altro l'assenza delle firme del Pd fa sì che la mozione non possa essere discussa con urgenza. Certo non voteremo a favore di Cappellacci, ma mi chiedo se un'iniziativa simile indebolisca lui o l'opposizione. Forse non è un caso che provenga soprattutto da due partiti come Sel e Idv, che i sondaggi danno un po' in difficoltà».
LA MAGGIORANZA La mozione è stata annunciata soprattutto come risposta ai Riformatori, che hanno chiesto al capo dello Stato addirittura lo scioglimento del Consiglio regionale per il mancato rispetto del referendum che ha abolito le nuove Province. «La sfiducia serve solo all'opposizione per perdere tempo e rinviare ancora le discussioni serie, come le riforme e in particolare il taglio delle Province», taglia corto il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni. Quanto alla proroga degli otto enti proposta dalla Giunta, «è stata data una spiegazione precisa: la proroga - prosegue Dedoni - serve solo se il Consiglio non fa quel che deve, che è ciò che sta accadendo per colpa della sinistra e di un pezzo della destra».
La maggioranza, insomma, non vacillerà al momento del voto sulla sfiducia. L'ha detto già sabato il capogruppo Pdl Pietro Pittalis, lo ribadisce il suo collega del Psd'Az Giacomo Sanna: «La mozione nasce come risposta all'atteggiamento dei Riformatori, che forse hanno esagerato parlando di scioglimento del Consiglio. Certo non voteremo la sfiducia, ma siamo contro tutte le strumentalizzazioni: di chi sventola solo la bandiera del taglio delle Province e di chi vuol mandare a casa Cappellacci». Sfiducia a parte, Sanna attacca Mauro Pili per il patto coi sardi nel pozzo nuragico di Santa Cristina: «Profana i luoghi sacri dell'Isola, ma la sua stessa candidatura certifica il potere assoluto delle segreterie romane». «Santa Cristina non è sua», ribatte a Sanna il deputato Pdl, «se è davvero sardista se la prenda con Alitalia, Tirrenia, Eni».
STABILITÀ Nessuna replica invece alla mozione di sfiducia da parte di Ugo Cappellacci, che ieri in un'iniziativa elettorale a Senorbì con Salvatore Cicu ha preannunciato una «battaglia per liberare la Sardegna dal nodo del patto di stabilità, con qualsiasi governo dovesse insediarsi a Roma».
Giuseppe Meloni

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