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L'unione sarda. Piredda, faro dei rossoblù

IL PERSONAGGIO. Intervista

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GAVOI Esperienza, carattere, classe. I talenti di Giovanni Piredda che ieri ha preso per mano il Taloro conducendolo fuori dalle sabbie mobili di quella che poteva sembrare una crisi. Giocatore di qualità indiscusse, Piredda ha scelto (come altri nomi importanti di questo Taloro) di arrivare a Gavoi, dove Cirinà gli ha consegnato le chiavi del centrocampo.
«Sono contento della prova di tutti. Quando vengo aiutato della squadra anche per me tutto è più semplice», dice a fine match. Soddisfazione e responsabilità. Mancavano capitan Roberto Mele, Pablo Gutierrez e Sandro Cherchi. «Prima di tutto sono dei punti di riferimento, e non solo in campo. Senza loro - sottolinea Piredda - devi tirare fuori qualcosa di più, è normale che sia così». Lui lo ha fatto. Un faro al centrocampo che nel momento sin qui più complicato ha dato sicurezza al Taloro. «Arrivavamo da un momento difficile, ma nelle due sconfitte non siamo mai stati messi sotto, le partite le abbiamo sempre fatte noi sia col Latte Dolce che con il Muravera. Sono stati gli episodi a condannarci. Oggi siamo stati ancora più forti, i quattro gol annullati sono passati in secondo piano solo perché ne abbiamo fatti altri tre». Un Taloro che assomiglia tanto a Piredda: entusiasmo, qualità voglia di lottare. «Ho sempre avuto tanto entusiasmo, ma questa è una squadra che sento mia a livello tecnico e caratteriale. Siamo completi, ero anni che non trovavo un gruppo così affiatato che è guidato e plasmato da uno dei migliori allenatori in circolazione». (f. le.)

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