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L'unione sarda. Giallo in Messico: morto il pizzaiolo

Identificato dopo 10 giorni: il pestaggio ha causato un'emorragia?

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Stefano Scala non rinunciava mai alla corsetta mattutina: all'alba, con la pioggia o con il sole, si infilava le scarpe e si allenava per almeno un'ora. Un'abitudine nata quando abitava a Cagliari e mantenuta anche a diecimila chilometri di distanza, in Messico. Il pizzaiolo trentatreenne, scomparso da più di una settimana dopo un'aggressione a colpi di spranga e coltellate, in realtà è morto la mattina dopo il tentativo di rapina subito a San Luis Potosi, dove si era trasferito quasi un anno fa.
L'ULTIMA CORSA Nonostante le ferite alla testa e al braccio, ha deciso di andare a correre. Ed è morto dopo pochi minuti: emorragia cerebrale. La polizia messicana lo ha trovato al bordo di una strada vicina a casa sua. Scala è stato accompagnato in ospedale, dove i medici non hanno fatto altro che accertare la morte. Ma inizialmente gli inquirenti avevano pensato a un pestaggio legato ai - frequentissimi - regolamenti di conti tra bande rivali di trafficanti di droga.
Le sparatorie, a San Luis Potosì, grossa città (ha quasi 660 mila abitanti) al centro del Messico sono all'ordine del giorno. Solo dopo la denuncia di scomparsa presentata qui a Cagliari dalla famiglia e l'interessamento del ministero degli Esteri, il giallo si è risolto e si è dato un nome a quel ragazzo ritrovato in mezzo alla strada col volto tumefatto e una coltellata al braccio.
IL MISTERO Le ultime notizie di Scala sono arrivate via Skype, con una video-telefonata che aveva messo in allarme la madre Marisa Fois: «Stefano aveva un occhio socchiuso e gonfio, mi ha detto di essere stato colpito con una spranga. Poi aveva un braccio ferito, probabilmente lo hanno accoltellato», ha raccontato pochi giorni fa. Da quel momento, era il 19 ottobre, nessuno era più riuscito a mettersi in contatto con il pizzaiolo. Il giovane è stato aggredito a bordo della sua auto, mentre era fermo davanti a un semaforo. Un gruppo di ragazzi lo ha circondato per rapinarlo e lo ha colpito con una spranga. Poi una coltellata al braccio. Scala è riuscito a rifugiarsi in una farmacia (dove è stato medicato) e a chiamare la polizia.
SU SKYPE Una volta rientrato a casa ha chiamato la madre. Sul video è apparso con il volto tumefatto, lui stesso ha fatto vedere la ferita sul braccio. Poi, almeno per la sua famiglia, è sparito nel nulla. I telefonini staccati, nessun contatto né su Skype, né su Facebook. Dove misteriosamente è stato cancellato il profilo.
IL VIAGGIO Scala si era trasferito in Messico a dicembre del 2011. Aveva lasciato il suo lavoro di pizzaiolo a Cagliari - in una pizzeria della zona di viale Diaz - , per cercare fortuna a San Luis Potosì. Voleva aprire una pizzeria tutta sua. Inizialmente si era pensato anche a un'altra ipotesi, non legata alla rapina e all'aggressione. Alcune amiche di Stefano, avevano raccontato ai familiari che il giovane avrebbe riferito di avere dei problemi con dei ragazzi messicani, che avevano importunato la sua fidanzata.
Nessuno però aveva dato peso a questo episodio. «Credo sia più probabile che la causa di tutto sia la rapina. Stefano mi ha raccontato che la città dove abita è molto violenta, ci sono spesso sparatorie in mezzo alla strada», aveva detto qualche giorno fa il fratello, quasi prevedendo l'epilogo della storia.
Michele Ruffi

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