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L'unione sarda. Scontro sulla sfiducia

Firmano la mozione Idv, Sel, Centro democratico e Sardigna Libera

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Metà centrosinistra presenta la mozione di sfiducia contro la Giunta Cappellacci. I firmatari sono otto - gli esponenti di Sel, Idv, Centro Democratico e Sardigna Libera - e per discuterla la presidente del Consiglio regionale Claudia Lombardo ha convocato una seduta per mercoledì 13 febbraio alle 10, anticipando la ripresa dei lavori prevista all'inizio per il 26 febbraio, subito dopo il voto per le Politiche. Non passa inosservata l'assenza, nella lista dei firmatari, dei consiglieri del Pd: a due settimane dal voto la polemica interna al centrosinistra è servita.
LA POLEMICA «Questa iniziativa serve per ricompattare la maggioranza», aveva detto Silvio Lai. «Meglio che stare in camper nascondendo i propri problemi interni», ribatte Luciano Uras, leader di Sel. Col supporto di Roberto Capelli (Centro democratico): «Vantare la maggioranza relativa in una coalizione non significa avere il diritto di fare il capo».
LA MOZIONE «La mozione è stata presentata perché non riteniamo che il Consiglio regionale debba andare in vacanza in questo momento. Ci sono scadenze come la Finanziaria e la legge elettorale con la questione della parità di genere, c'è da delineare ciò che accadrà dopo l'imminente decadenza delle Province, e le iniziative da assumere per gli operatori dei beni culturali e per i cassintegrati senza ammortizzatori sociali», prosegue Uras. «Non ho dubbi che sia possibile che la mozione venga rigettata. Ma si presenta perché ci sono motivi di sfiducia, non perché deve essere votata». Capelli ha aggiunto: «In maggioranza regna il caos, con l'Udc che si scaglia contro l'operato della Giunta e contro gli assessori candidati dagli altri. E con i Riformatori che propongono lo scioglimento del Consiglio chiamando in causa Napolitano, mentre basta ricorrere alla mozione di sfiducia che, se approvata, manda tutti a casa». Dura anche Claudia Zuncheddu: «La mozione ha un periodo di incubazione lungo quattro anni perché Cappellacci continua a fare scelte senza che sia coinvolta l'assemblea. L'ultima questione è quella del Qatar: mentre in tutta Europa ci si interroga sugli investimenti dell'emiro, noi gli vendiamo un pezzo di Stato».
LA MAGGIORANZA Il governatore Ugo Cappellacci non interviene. Lo fa invece il capogruppo del Pdl Pietro Pittalis: «Spiace che in un momento come questo l'attenzione di una parte dell'opposizione sia rivolta alla ricerca di una facile ribalta mediatica elettorale anziché alle soluzioni delle questioni che più interessano a chi vive fuori dal Palazzo». Quindi Pittalis conclude: «Se il loro contributo alla produttività dell'Aula è rappresentato da un atto che non avrà alcuna conseguenza pratica, appare evidente che gli unici ad essere sfiduciati saranno i proponenti».
Lorenzo Piras

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