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L'unione sarda. Caro-benzina, come difendersi

Le contromisure nell'Isola dopo i rincari firmati dall'Eni. Valzer di aumenti nel weekend

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Il caro-benzina infiamma le tasche degli automobilisti. Ieri per un litro di verde il listino ha segnato 1,85 euro. E per il week-end è in arrivo una nuova ondata di rincari.
I RIALZI A rivedere le tariffe è stata Eni (+1,5 cent), una decisione che quasi certamente nel fine settimana aprirà il valzer di aumenti da parte degli altri operatori, con punte per la verde - rileva Quotidiano energia - di oltre 1,9 euro al litro e di 1,79 per il diesel. Quanto alle medie nazionali, queste si posizionano adesso attorno a 1,85 euro al litro per la benzina, 1,76 per il diesel e 0,86 per il gpl.
I RISPARMI Ma spender meno si può. Basta andare nei distributori no logo, conosciuti anche come “pompe bianche”. Si tratta di stazioni di servizio indipendenti che non fanno parte del circuito delle compagnie di distribuzione di carburante più note. In queste aree “no logo” è possibile risparmiare fino a 10 centesimi al litro rispetto alla media dell'offerta tradizionale. «Compriamo direttamente il carburante dalla Saras al prezzo di mercato», spiega Nino Flore, gestore del Leclerc di Carbonia: «Questo vuol dire che nessuna compagnia petrolifera ci impone la tariffa, così come succede per un gestore tradizionale». Mediamente, per un pieno da 40 litri il risparmio garantito da una pompa bianca è quindi di 4 euro. In sostanza, ai valori attuali, l'automobilista spende 70 euro e non 74 come nei distributori tradizionali. «Il risparmio è indubbio», commenta Tore Garau, presidente regionale di Figisc Confcommercio, «il cliente deve però sapere che un distributore con marchio offre garanzie che il “no logo” non ha: per esempio», continua Garau, «la qualità del prodotto è assicurata e se dovessero esserci problemi per la vettura, l'automobilista può essere risarcito».
LA MAPPA In Sardegna (fonte Confcommercio), gli impianti tradizionali sono 602 mentre le pompe bianche si fermano a quota 77, concentrate soprattutto nell'Iglesiente, nel Cagliaritano e nell'Oristanese. La loro caratteristica, come detto, è quella di non appartenere alle compagnie petrolifere più diffuse in Italia: Eni, Erg, Q8, Ip, Shell, Tamoil ed Esso. Fra i distributori “no logo”, ci sono tuttavia quelli appartenenti a gruppi distributivi noti (Conad) ma anche a società private diffuse a livello nazionale (Fiamma 2000).
I PREZZI Più nel dettaglio, secondo il check-up prezzi di Quotidiano energia, oggi il prezzo medio della benzina (sempre in modalità “servito”) va dall'1,838 euro al litro di Eni all'1,853 di Ip (no logo a 1,754). Per il diesel si passa dall'1,758 euro al litro sempre di Eni all'1,77 di Shell (no logo a 1,639). Il gpl è tra 0,845 euro al litro di Eni e 0,861 di IP (no logo a 0,810).
LE CAUSE Come si spiega però il caro-carburante di questi giorni? Il dito degli analisti è puntato sul petrolio, da cui deriva la benzina. Da dicembre a oggi il greggio (Wti) ha subito un'impennata dell'8% arrivando a quota 97 dollari al barile sul mercato finanziario. Ma qualcuno parla solo di speculazione. «Per le compagnie petrolifere, la campagna elettorale è come il Ferragosto, utile per aumentare i prezzi della benzina», lamenta il presidente della Commissione di controllo sui prezzi e le tariffe del Senato, il trentino Sergio Divina. «Il balzo a 1,85 euro al litro di ieri è inconcepibile considerando che il prezzo del petrolio è stabile sotto i 97 dollari. In questo periodo si è troppo distratti da dibattiti televisivi e spread che va in rialzo, ma non ci accorgiamo che ogni giorno, passando davanti a un distributore, il prezzo aumenta. E chi se la ride? Sicuramente i petrolieri».
Lanfranco Olivieri

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