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L'unione sarda. «Lo Stato non avrà la nostra Imu»

I sindaci di Gavoi, Ottana e Ovodda pronti alla battaglia: fondi che ci servono

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La decisione del Governo di destinare al risanamento del debito pubblico il gettito dell'imposta municipale unica per i fabbricati di categoria D, vale a dire quelli di tipo industriale, fa scatenare l'ira dei primi cittadini di Gavoi, Ottana e Ovodda. I sindaci dei tre centri del nuorese lanciano l'allarme: «Lo Stato vuole privarci di ogni risorsa, è necessario correre ai ripari prima che sia troppo tardi». La nuova legge finanziaria prevede, secondo l'articolo 1, comma 380, un nuovo metodo di riscossione del gettito Imu, secondo il quale la tariffa base, fissata sullo 0,76%, va direttamente destinata alle casse dello Stato. «Non si parla di un problema di natura regionale - afferma Umberto Oppus, direttore dell'Anci Sardegna - qui si contesta una norma nazionale che vede impegnata in prima linea, nella battaglia contro lo Stato, l'Associazione Nazionale dei Comuni Italiani».
Nanni Porcu, Giampaolo Marras e Cristina Sedda, rispettivamente sindaci di Gavoi, Ottana e Ovodda, si dicono pronti alla battaglia. Se lo Stato dovesse privarci del gettito Imu derivante dai fabbricati di categoria D, non saremmo più in grado di garantire i servizi alle nostre comunità. Oggi l'imposta municipale unica, per detta categoria di immobili, garantisce per le casse dei nostri Comuni introiti complessivi ammontanti a oltre un milione e mezzo di euro». L'Anci Sardegna ha fissato per venerdì prossimo un incontro per affrontare la questione relativa al versamento Imu nelle casse dello Stato.
«Per ora l'orientamento è quello di chiedere garanzie al prossimo presidente del Consiglio - dice Cristina Sedda - che dovrà inserire nella sua agenda di lavoro certezze per quanto riguarda Imu degli immobili di categoria D, prevedendo, in casi estremi, ulteriori e necessarie forme di compensazione». Sugli immobili di tipo industriale il Comune di Ovodda ha risolto a suo favore un lungo contenzioso contro l'Enel sui mancati pagamenti della vecchia Ici, incassando così, per 11 anni di tributi evasi, 2 milioni e 800 mila euro. Attraverso queste risorse, l'amministrazione Sedda era riuscita a non far pagare ai cittadini nemmeno un euro di Imu sulla prima casa, garantendo anche un consistente sgravio sulle seconde case e per le attività commerciali.
R. Ta.

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