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L'unione sarda. Edilizia, pagamenti dopo 8 mesi

Confindustria chiede di accelerare sul saldo dei crediti dovuti alle imprese

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Le novità 2012 in tema di contratti pubblici sono state al centro di un incontro organizzato ieri nella sede cagliaritana di Confindustria Sardegna meridionale. L'appuntamento è stato promosso dalla sezione Costruzioni edili per fare il punto sui numerosi decreti che, nel corso del 2012, hanno apportato modifiche al Codice dei contratti. A questo si aggiunge un'analisi delle misure prese per contrastare il ritardo dei pagamenti della pubblica amministrazione (dovuto in gran parte al Patto di stabilità) che, ricorda Maurizio De Pascale, presidente sardo dell'Associazione nazionale costruttori edili (Ance), in Sardegna arriva mediamente a 8 mesi e mezzo.
I PAGAMENTI A questo proposito Paola Da Forno e Romain Bocognani (Direzione dei Lavori pubblici e Direzione Affari economici dell'Ance) evidenziano l'importanza del recente recepimento della direttiva europea che impone alle pubbliche amministrazioni di pagare le imprese entro un termine massimo di 60 giorni. Gli esperti considerano questo provvedimento più efficace delle iniziative tese a smobilitare i crediti presso banche, certificandoli. Su questi aspetti si è concentrato anche Gavino Sechi, presidente di Confidi Sardegna che ha illustrato gli strumenti e le azioni messe in atto dal Consorzio a favore delle imprese. Bocognani ha ricordato che, in Sardegna, a causa dei ritardi dei pagamenti da parte degli enti locali sono fermi 360 milioni di euro, 240 dei quali potrebbero essere spesi subito. Sono le imprese della provincia di Cagliari a pagare il prezzo più alto con 136 milioni di euro fermi, segue Sassari con 66 milioni, Carbonia Iglesias con 57, Nuoro con 31, Medio Campidano 26, Oristano con 19, Olbia con 13, Ogliastra con 12.
I CONTRATTI Per quanto riguarda invece le norme in materia di contratti Da Forno ha ricordato, tra le altre cose, il contratto di disponibilità: inserito nel Codice degli appalti permette alla pubblica amministrazione di costruire e mantenere, a cura del privato, opere per pubblici servizi. In questo modo è possibile ovviare al Patto di stabilità interno. Molte delle procedure introdotte, sottolineano gli esperti, prevedono l'utilizzo di procedure informatiche come la firma digitale che sulla carta dovrebbero semplificare la burocrazia, ma ancora sconosciute alle stesse pubbliche amministrazioni. ( c. e. )

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