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L'unione sarda. Coop, parte la sfida a km zero

“Patto” tra 70 aziende e mense, ristoranti, case di riposo

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Una filiera di qualità, corta, senza sprechi, capace di valorizzazione le produzioni agroalimentari, ma non solo, della Sardegna. È il sogno che da sempre accompagna i produttori e i consumatori. Un sogno che nel sud dell'Isola, adesso, può diventare realtà grazie a “Cooperazione a chilometro zero”, il progetto messo a punto da Legacoop e Agci (associazione generale cooperative italiane) di Cagliari, finanziato dalla Camera di Commercio.
IL PROGETTO Si tratta del primo esperimento in Italia che, partendo dal concetto di agricoltura a chilometro zero, mette insieme domanda e offerta del mondo della cooperazione. Secondo il progetto, settanta aziende cooperative delle province di Cagliari, Sulcis e Medio Campidano, che operano nei settori agroalimentare, enologico, pesca e allevamento, potranno garantire oltre ventimila pasti ogni mese a mense scolastiche, case di riposo e ristoranti convenzionati del sud dell'Isola. Pane e pasta ottenuti con grano sardo, olio, vino, formaggi, carciofi spinosi, agnello igp, maialetto, ortofrutta, cereali: tutti prodotti di prima qualità, dalla carne al pesce, alle verdure esclusivamente di stagione, che stanno per arrivare sulle tavole di migliaia di sardi nel sud dell'Isola. «Da questo nuovo sodalizio tra produttori e consumatori può venire un notevole contributo alla ripresa economica», spiegano i vertici di Legacoop Cagliari. Sullo sfondo c'è l'idea di garantire sicurezza alimentare e sostenibilità ambientale, senza per questo trascurare la competitività dei prezzi. Alla base di tutto resta la volontà di sostenere le produzioni locali, attraverso i valori di etica e solidarietà propri della cooperazione declinati in termini di genuinità. Il progetto, a regime da marzo, si sviluppa con diversi obiettivi.
IL RILANCIO Da un lato, accordi commerciali, rinnovabili ogni 12 mesi, permetteranno alle aziende di rafforzare le loro produzioni e, quindi, incrementare il proprio fatturato; dall'altro, attraverso ristoranti, con i “Menù della Cooperazione” a prezzo fisso, mense e case di riposo, si stimola il consumo etico e di qualità. «In questo modo tuteliamo il consumatore e diamo valore al lavoro delle persone coinvolte nel processo produttivo tipico della cooperazione», afferma Legacoop. Un nuovo modello di interazione tra produzione e distribuzione basato sulla condivisione di obiettivi e risultati, e non più sulle contrapposizioni che spesso, finora, hanno caratterizzato la realtà, si affaccia sulla scena economica isolana. Per il momento il progetto coinvolge soltanto i territori del sud dell'Isola, ma in futuro Legacoop conta di estenderlo anche al resto della Sardegna.
Mauro Madeddu

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