L''infarto miocardico è la bestia nera dei nuoresi.Un'analisi condotta dal Ministero della Salute mette in luce l'elevata incidenza delle malattie cardiovascolari nel Nuorese e contestualmente evidenzia l'alta percentuale delle morti post-ricovero dovute a questa sindrome. Nonostante gli ospedali del territorio constino di reparti di cardiologia all'avanguardia e dotati di personale ultra-professionalizzato, il rischio di mortalità a trenta giorni dall'accertamento è del 33 per cento dei pazienti, ben oltre la media nazionale, pari al 6,67 per cento.
L'INDAGINE Le cifre affiorano dal Programma nazionale esiti, gestito dall'Agenzia nazionale per i servizi sanitari (Agenas), che in collaborazione con il ministero della Salute ha creato un importante database che permette di avere un'immagine reale della situazione complessiva dei servizi erogati dal Servizio sanitario nazionale.
OSPEDALIZZAZIONI Stando ai dati, si potrebbe dire che i nuoresi si ammalano meno oppure che preferiscono evitare gli ospedali. Infatti, il tasso di ospedalizzazione per le diverse patologie è tendenzialmente sotto la media nazionale per la maggior parte delle patologie considerate. Tanto per fare un esempio, il rischio di ospedalizzazione per asma nella provincia è tre volte inferiore a quello nazionale (0,04 per cento contro l'1,2%), come quello per la broncopneumatia, l'ipertensione arteriosa ed il diabete. Unica anomalia sono i ricoveri dovuti alle complicazioni per l'influenza (0,18%), con un rischio triplo rispetto a quello medio italiano (0,06%).
SAN FRANCESCO L'unica struttura della provincia i cui dati sono esplicitamente riportati è l'ospedale San Francesco che vanta tempi relativamente brevi di degenza e rapidità di intervento. Spiccano in particolar modo celerità e frequenza degli interventi in laparoscopia ovvero quella metodica mini-invasiva che permette di inserire nell'addome del paziente uno strumento ottico funzionale alla visione durante l'intervento.
Simone Tatti