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L'unione sarda. «Puntiamo alla Regione»

Grande festa del Movimento 5 Stelle, prima forza politica nell'Isola Tra i sei parlamentari eletti c'è anche la prima senatrice sarda

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«Stiamo arrivando anche alla Regione». All'hotel Caesar's di Cagliari l'entusiasmo è travolgente, la fotografia della vittoria è il sorriso della bimba che gioca al centro della sala gremita di sostenitori del Movimento 5 Stelle, da ieri prima forza politica in Sardegna appena sotto il 30 per cento alla Camera. Nell'Isola Grillo elegge tre (o quattro, con i resti) deputati e due senatori: «Abbiamo fatto il botto», grida un sostenitore mentre un grande schermo proietta i dati del successo: «Questa è una giornata memorabile, siamo alla svolta».
GLI ELETTI A Montecitorio avranno un seggio Emanuela Corda (38 anni, grafico pubblicitario di Cagliari), Andrea Vallascas (36 anni, ingegnere di Cagliari), Paola Pinna (38 anni, laureata in Scienze politiche di Quartucciu) e forse Nicola Bianchi (32 anni, impiegato di Sennori, dove è stato anche consigliere comunale). Al Senato entreranno Manuela Serra (41 anni, insegnante di Cagliari) e Roberto Cotti (51 anni, ambientalista e imprenditore cagliaritano).
LA PRIMA SENATRICE SARDA Torniamo alla bimba contagiata dall'atmosfera festante della sala a cinque stelle. Perché un giorno ricorderà la serata di ieri: la madre, Manuela Serra, è la prima donna sarda eletta a Palazzo Madama nella storia. Insegnante di sostegno precaria, quest'anno alle primarie di Pula, prova a calarsi nella parte. La parola più ricorrente nel suo discorso d'esordio da senatrice è «basta». Sprechi, vitalizi, favoritismi, auto blu: «Ci batteremo per eliminare le negatività della politica tradizionale». Famiglia di sinistra, madre radicale, il passaggio ai grillini per lei è stato naturale: «Ci sono idee, progetti e voglia di fare. E fermezza: non faremo alleanze con nessuno, ma valuteremo ogni singolo atto», chiude Serra: «Di certo non saremo comparse». A chi le chiede se l'Italia deve restare nell'euro o no risponde: «Per ora è bene che resti tutto com'è, poi saranno i cittadini a decidere, magari attraverso un referendum». La sua campagna elettorale ha una dedica: «Gli insegnanti hanno diritto a tre giorni di ferie non retribuiti per la campagna elettorale, tra l'altro a discrezione del dirigente scolastico. Io ringrazio la mia, che me li ha concessi facendomi pure il suo in bocca al lupo: mi raccomando, senatrice , ha detto».
LE DONNE Un'altra lezione ai partiti tradizionali il movimento di Grillo in Sardegna l'ha data anche sul fronte della parità di genere: alla Camera le donne eleggibili in lista erano tre e due sono risultate elette. Al Senato la capolista, unica donna in formazione, era una donna. A Montecitorio, da Quartucciu, paese che nel voto politico ha spesso premiato il centrodestra ma che da ieri si scopre grillino, conquista un seggio Paola Pinna, laureata in Scienze politiche con la passione per l'archeologia e i viaggi: «Non perché è un mio interesse», dice, «ma credo che bisognerebbe fare in Sardegna quel che ad esempio in Turchia hanno scoperto da tempo, cioè il turismo che può essere attirato dalle campagne di scavi». Più in concreto, per la Sardegna «vedo un piano per il Sulcis da varare nell'immediato, il potenziamento dell'agricoltura, il parco geominerario, l'eliminazione delle servitù e politiche di sviluppo che creino le condizioni per creare lavoro per i giovani».
LA SALA L'atmosfera al Caesar's è quella di una festa tra amici. Ogni tanto, al tavolo accanto al grande schermo collegato su Sky, parlano i candidati. Esultano. Emanuela Corda avverte: «Saremo i portavoce della Sardegna in Parlamento», avverte: «È una vittoria della democrazia e di coloro che hanno creduto. La nostra non è stata una corsa all'oro: dell'indennità ci resteranno 5 mila euro lordi, il resto andrà in un fondo a sostegno del rilancio del mondo produttivo». Conclude: «Riporteremo la Sardegna in Italia con il nostro entusiasmo e poi puntiamo a conquistare la Regione». Condividono Andrea Vallascas, neo deputato, e Roberto Cotti, appena eletto senatore. A pochi passi da loro Francesca Ruggiu, una volontaria, vende per conto del movimento t-shirt spille e borse della spesa griffate M5s: «Perché noi non vogliamo contributi pubblici, ci autofinanziamo».
Lorenzo Piras

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