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L'unione sarda. Il senatore Pd e lo tsunami: «Ora non si può far finta di nulla»

Nuoro, Giuseppe Luigi Cucca salva la roccaforte rossa. Sconfitta Pdl

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NUORO Chiamatelo tsunami. O se volete, terremoto. Grillo avanza anche nella Provincia più rossa, facendo tremare la roccaforte del Pd. Dieci persone operative nell'organizzazione, una sessantina di militanti, «tutti autofinanziati», sono bastati per ottenere oltre 6000 consensi (29,5 per cento alla Camera) nelle urne cittadine. «Il merito del successo», dice Pierpaolo Floris, salumiere di professione e voce di 5 Stelle in città, «non è nostro ma di chi ha votato per noi». Il risultato - ha già detto Floris - è un punto di partenza, non d'arrivo. I grillini nuoresi saranno della partita alle prossime regionali. In città hanno già sostenuto Idea Comune alle ultime elezioni per il Municipio. «Abbiamo idee e proposte per la città, le metteremo in campo», dice Floris.
L'effetto Grillo si sente, ma il centrosinistra regge bene l'urto, incassando un atteso successo: l'elezione al Senato di Giuseppe Luigi Cucca, recordman di voti alle primarie del Pd che così riporta un rappresentante del territorio in Parlamento. Soddisfatto per la vittoria, Cucca però è preoccupato dall'avanzata grillina. «Non si può far finta di nulla», dice. «Il Movimento 5 stelle è una realtà con la quale bisogna fare i conti. Serve una profonda riflessione». Sulla necessità dell'analisi concorda il segretario cittadino del Pd a Nuoro, Francesco Manca, che però non accetta discussioni sul vincitore. «Posto che in termini di consensi assoluti nessuno ha preso più di 6300 voti», osserva, «mi sento di dire che il Pd (con 6318 voti al Senato) è il primo partito in città. Nonostante una base elettorale ridotta, abbiamo ottenuto di più al Senato che alla Camera». Dove, a onor del vero, Grillo ha superato il Pd di 35 voti. «In termini assoluti», insiste Manca, «siamo sempre il primo partito. Grillo? Un voto di protesta che però deve far riflettere tutti sui motivi della protesta stessa. Sarebbe sciocco non interrogarsi sul perché la gente vota 5 Stelle». E la riflessione comincerà subito. «Riunirò la segreteria cittadina venerdì», annuncia Manca, «e proporrò l'indizione di una grande assemblea pubblica per l'analisi del voto. Con il sindaco, il presidente della Provincia e il senatore appena eletto».
I TROMBATI Un nuorese entra in parlamento, due (del Pdl) escono. Oltre Silvestro Ladu anche Bruno Murgia non ha ottenuto la riconferma nell'urna e non l'ha presa benissimo. Si consola con «la rimonta di Berlusconi, superiore alle attese», ma mastica amaro «perché Nuoro è stata messa ai margini. La gente ha percepito che la mia posizione in lista voleva dire ineleggibilità». Ne ha per tutti Bruno Murgia. «Le liste fatte meglio a livello nazionale - incalza - ci avrebbero permesso di colmare il gap di voti (124 mila) che hanno dato la vittoria del centrosinistra». Quanto alla bruciante sconfitta in Sardegna e nel Nuorese, l'ex deputato fornisce una spiegazione semplice che però ha l'effetto di un missile terra-aria. «Il Pdl, in Sardegna, come partito organizzato non esiste. È fatto da diversi personaggi che si muovono ciascuno con una sua proposta». Neppure il coordinatore regionale, Settimo Nizzi, è riuscito a centrare il seggio, ma sull'argomento Bruno Murgia preferisce sorvolare. «Alla prossime elezioni regionali - si limita a osservare - bisogna cambiare registro, rinnovare la proposta politica».
Tonio Pillonca

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