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L'unione sarda. In Consiglio si riparte con la legge elettorale

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Tutti d'accordo ma solo sulle regole-base: elezione diretta del governatore, abolizione del listino, premio di maggioranza, otto collegi. Per il resto, sulla legge elettorale restano tensioni tra i partiti. Oggi il Consiglio regionale ritorna sull'esame della riforma del voto, dopo la sospensione dei lavori d'aula per le Politiche: prima del rinvio l'assemblea aveva stralciato, dal testo approvato dalla commissione Autonomia, la parte sui rapporti tra gli organi della Regione e quella su ineleggibilità e conflitto di interessi. Decisione all'origine delle dimissioni del presidente della commissione, il sardista Paolo Maninchedda.
Tra i punti più controversi, la parità uomo-donna: non tutti condividono la proposta della doppia preferenza di genere, e i dissensi percorrono trasversalmente diversi gruppi consiliari. Più volte, su questo tema, le consigliere hanno chiesto che non si ricorra al voto segreto. Invece dovrebbe essere confermata, salvo sorprese, l'intesa per una quota di sbarramento del 4% per l'accesso in Consiglio dei singoli partiti.

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