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L'unione sarda. Eventi turistici: nuove regole per i contributi

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Basta finanziamenti a pioggia per gli eventi di richiamo turistico, che saranno riuniti in circuiti tematici. Da quest'anno, per ottenere le risorse regionali, i richiedenti dovranno fare network.
L'ATTO C'è il sì della Giunta ai nuovi requisiti con i criteri di ammissibilità dei contributi per manifestazioni di grande interesse previsti dalla legge 7/55. Le istanze ammissibili saranno esaminate secondo i parametri stabiliti da una griglia di valutazione: ciascuna riceverà un punteggio in base a cui sarà stilata una graduatoria.
I NETWORK La semplificazione prevede la ripartizione in 12 network: quelli dei grandi eventi identitari (Sant'Efisio a Cagliari, Cavalcata Sarda e Candelieri a Sassari, Redentore a Nuoro, Sartiglia di Oristano, Ardia di Sedilo, San Simplicio a Olbia, San Francesco di Lula, Settimana Santa a Iglesias, Corsa degli Scalzi a Cabras, Antico sposalizio di Selargius, Sciampitta a Quartu, Patrono della Sardegna a Sant'Antioco); del jazz (festival con i grossi nomi del jazz e del blues); degli eventi di spettacolo (danza, teatro, concerti di artisti famosi); del folk; dell'artigianato artistico; del turismo culturale; del turismo equestre; del cinema; del turismo enogastronomico; dell'Isola che danza (come i fuochi di Sant'Antonio, il Carnevale e la Settimana santa); dello sport. Chiude il network a regia regionale, in cui si collocano gli eventi non fissati in calendario.
L'ASSESSORE «È una riscrittura più attuale delle direttive, che ridefinisce le grandi manifestazioni. Abbiamo voluto creare attorno agli eventi identitari una gabbia di protezione», dice l'assessore al Turismo Luigi Crisponi. «La legge 7 finanziava di tutto e di più: ora vorremmo puntare sui circuiti legati al turismo religioso e al network dell'artigianato. Penso agli esempi di Samugheo e Mogoro, ma anche al rilancio dei centri pilota dell'artigianato artistico: Aggius, Sarule, Pattada, Alghero e Nuoro su tutti». Crisponi conclude: «In passato sono state concesse troppe risorse, ma non è rimasta materialità».
Lorenzo Piras

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