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L'unione sarda. La Fondazione mai nata

Amaro anniversario dell'intesa Comune-Provincia

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Prima candelina amara per la fondazione universitaria nuorese che, pur concepita, non riesce a venire al mondo. A dodici mesi esatti (era il 31 ottobre del 2011) dalla seduta consiliare che con 19 favorevoli, uno contrario e tre astenuti decretò la «revoca dell'adesione del Comune di Nuoro al Consorzio e la costituzione della Fondazione per la promozione degli studi universitari e della ricerca scientifica nella Sardegna centrale», il compleanno registra una gestazione ancora in corso. A stigmatizzare la stasi, l'attacco a tenaglia dell'opposizione, che davanti all'inopinabile non può perdere la ghiotta occasione.
GLI ATTACCHI «Poteva essere una festa con tanti invitati, tutti coloro che credono nella università del territorio nuorese - scrive il segretario di Città in Comune Francesco Fadda -. Avevano raccontato che per procedere era necessario un nuovo soggetto gestore. Pareva che questo fosse il problema e invece oggi l'ente è ancora commissariato, con la figura di riferimento stremata che non ha potuto contare nemmeno sulla collaborazione dell'assessore alla Cultura, sempre più un naufrago della politica». Dallo stesso fronte lancia i suoi strali il consigliere Paolo Manca che in un'interrogazione incalza sull'indennità del commissario e chiede «quale sia la somma erogata finora». Dall'altra parte della morsa Marcello Seddone, Nuoro futura, osserva: «Quel progetto è rimasto sulla carta. Il consorzio esiste e opera ancora. Nel frattempo l'anno accademico è iniziato con studenti e professori che peroravano un futuro certo, condizione preliminare per l'annuale richiesta di fondi a Cagliari, ormai sempre più simili a concessioni. Forse aveva ragione la senatrice Emma Bonino quando alla scuola politica dei giovani democratici tenutasi a Tonara ha sollecitato a superare il dramma delle università decentrate a favore di un sistema di borse di studio che permetta agli studenti meritevoli di frequentare gli atenei principali».
I RITARDI Il Consiglio che aveva dato il via libera al costituendo organismo chiamato a gestire l'inedita formula accademica barbaricina, aveva stabilito l'albero dell'organigramma, anche lui all'oggi ancora contenitore senza contenuto. Per nulla scalfite dalle critiche, il commissario Caterina Loi e l'assessore all'Università Paola Demuro spiegano che i ritardi dipendono da «lungaggini tecnico-burocratiche perché tra i passaggi c'è l'approvazione di una delibera che specifica la dotazione con la quale i soci fondatori, Comune e Provincia, entrano nel nuovo istituto. Tra i beni ci sono degli immobili che necessitavano dell'accatastamento. Ma entro la fine dell'anno si procederà con l'atto costitutivo».
Francesca Gungui

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