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L'unione saeda. L'abbraccio di Sara

Nell'ultimo viaggio stringe a sé i gemellini vestiti di bianco Lo strazio infinito del compagno: «Era una madre dolcissima»

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Dal nostro inviato
Andrea Manunza
Stesa su una fredda lastra di marmo, un abito nero indosso come a voler rimarcare il lutto, Sara Pisano appare quasi sorridente agli occhi di chi la osserva devastato dal dolore. Le braccia di questa mamma morta troppo presto avvolgono i gemellini Emma e Francesco, vestiti di bianco e di un giallo pallido che risaltano nell'oscurità della piccola stanza interna al cimitero di Muravera. Qui, a parecchi chilometri dal luogo dell'incidente stradale che martedì ha sconvolto tre famiglie, si sono ritrovati amici e congiunti delle vittime: una mamma, i suoi figli di appena cinque mesi e il cugino Davide Prota, che accompagnava tutti a Costa Rei per una ricorrenza cui, sabato, avrebbero partecipato anche gli altri parenti.
IL DOLORE Fin dal primo mattino di ieri davanti al grosso cancello in ferro battuto che separa il mondo rumoroso dei vivi da quello silenzioso dei morti vaga l'uomo che condivideva gioie e dolori con Sara Pisano. «Perché, perché, perché»: Cristiano Sala, il volto rigato dalle lacrime, aveva conosciuto la madre dei suoi figli trent'anni prima, quando entrambi erano sedicenni. «Era una donna dolcissima». Lui, di Milano, trascorreva le vacanze in Sardegna (la madre era proprietaria di due villette a Costa Rei, nel cui mare aveva deciso di spargere le proprie ceneri: era morta un 16 di marzo, l'anniversario da onorare), e proprio nell'Isola si erano conosciuti. Le vicende personali li avevano portati a prendere strade diverse che però, alcuni anni fa, si erano nuovamente incrociate. Imprenditori, formavano una coppia affiatata e lei lo aveva raggiunto in Lombardia. Poi il desiderio di un figlio e la nascita dei gemellini. Una festa. Cinque mesi dopo, il buio.
«TROPPO GIOVANE» Quest'uomo felice sino a 24 ore prima e ora pallido e curvo per il dolore alterna momenti di assenza e sguardi nel nulla ad altri di pianti ininterrotti. Riceve condoglianze e cammina avanti e indietro abbracciato al fratello, col quale è arrivato martedì notte da Milano, e a Giovanna e Ilia, le sorelle della compagna giunte da Londra e Sassari per un'occasione che doveva essere di festa. «È morta troppo giovane e io mi sento in colpa», protesta Giovanna: è stata l'ultima a vedere in vita Sara e il cugino Davide, coi quali si era data appuntamento martedì all'aeroporto di Elmas una volta sbarcata dall'Inghilterra. Lei si era trattenuta per noleggiare un'auto, gli altri erano partiti.
L'INCIDENTE Mezz'ora dopo era già tutto finito. Alle 12,25 la Polo con a bordo la mamma e i gemellini diretti a Muravera aveva slittato sull'asfalto bagnato della Nuova 125 invadendo la corsia opposta mentre transitava un camion il cui conducente aveva sterzato senza riuscire a evitare il contatto, devastante: tre morti sul colpo. Uno dei bambini aveva resistito fino all'arrivo delle ambulanze del 118. Il corpo della madre era stato trovato proteso verso il sedile posteriore: un estremo tentativo, forse, di proteggere le sue creature indifese quando aveva visto piombare la morte sul veicolo. Ora l'ultimo viaggio, insieme: i funerali, oggi alle 15, nella chiesa di San Giuseppe a Sassari.

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