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L'unione sarda. La maggioranza stringe il patto di fine mandato

Forse oggi la squadra

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Il sigillo dell'ufficialità ancora non c'è, ma la presentazione della nuova Giunta dovrebbe avvenire oggi. Nel vertice di ieri sera tra i partiti della maggioranza e il governatore Ugo Cappellacci a Villa Devoto le forze che compongono la maggioranza hanno stretto un patto di fine legislatura. Lavoro, Vertenza entrate, eliminazione delle Province (con i Riformatori che chiedono anche una data per il raggiungimento dell'obiettivo) e Zona franca sono i punti su cui ruoterà l'azione. All'incontro era presente, dopo anni di gelo con la presidenza, anche il coordinatore regionale del Pdl Settimo Nizzi.
GLI ASSETTI Non è ancora ufficiale se Fratelli d'Italia farà parte della Giunta. Dopo le incertezze dei giorni scorsi, sembra che il quinto consigliere oltre a Matteo Sanna (reduce dall'avventura in Fli), Lina Lunesu, Eugenio Murgioni e Teodoro Rodin possa saltar fuori (Gabriella Greco? Domenico Gallus?). L'assessore, se l'operazione andasse a buon fine, sarebbe Antonello Liori: dal Lavoro passerebbe all'Industria. Non più ai Trasporti: l'interim sarebbe retto da Cappellacci in attesa del ritorno dei sardisti. Cinque deleghe al Pdl: il Lavoro per Mariano Contu, la Programmazione e il Bilancio per Alessandra Zedda, l'Agricoltura a Oscar Cherchi, l'Urbanistica a Nicola Rassu e la Sanità a Simona De Francisci, confermata vicepresidente. I Riformatori confermano Angela Nonnis (Lavori pubblici) e Luigi Crisponi (Turismo). E l'Udc? Avrebbe gradito l'Urbanistica e la Sanità: alla fine si “accontenta” di tenere la Cultura (Sergio Milia) e l'Ambiente (Andrea Biancareddu). Confermato anche Mario Floris (Uds) agli Affari generali.
LEGGE ELETTORALE Appello della presidente del Consiglio regionale, Claudia Lombardo per l'approvazione della nuova legge elettorale: «È indispensabile evitare che la mancata approvazione di una legge elettorale (che superi le contraddizioni e la parziale inapplicabilità dell'attuale, in palese contrasto con i precetti introdotti dalla modifica dell'articolo 16 del nostro Statuto), determini una paralisi delle attività di governo, col rischio di ripetere in Sardegna la fase di confusione del dopo voto nazionale». (lo. pi.)

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