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L'unione sarda. La Consulta dà ragione alla Giunta

Riconosciuti 220 milioni di compartecipazione a Iva e Irpef

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Per una volta da Roma potrebbero arrivare denari. Se l'inasprimento del patto di stabilità rischia di ridurre a 200 milioni la spesa della Regione da qui a fine anno, novità sostanziali arrivano dal fronte giurisdizionale sulla compartecipazione erariale per quanto riguarda le accise. La Sardegna avrà infatti indietro dallo Stato più di 200 milioni di maggiori entrate per effetto della sentenza della Corte costituzionale 241 depositata ieri. Somme che potranno essere iscritte a bilancio nel 2013 ma che, senza un adeguamento del patto di stabilità al livello delle entrate, difficilmente potranno essere spese.
LA SENTENZA La Consulta ha decretato che i maggiori gettiti tributari derivanti dall'aumento delle aliquote non possono essere riservati allo Stato in quanto, in base all'articolo 8 dello Statuto della Sardegna, sono compartecipati dalla Regione. «Il significato di questo pronunciamento va al di là dei numeri», dice l'assessore alla Programmazione Giorgio La Spisa. «La Corte dice in modo chiaro che alla Sardegna come alle altre regioni speciali non può togliere niente del gettito. Significa che lo Stato deve darci per intero i nove decimi dell'Iva e i sette decimi Irpef. Le quote del gettito non si possono toccare». In sostanza sono state dichiarate inapplicabili nell'Isola le riserve erariali istituite in materia di Iva, Irpef, imposte sostitutive sui redditi di capitale, giochi, tabacchi e condoni i cui proventi devono essere devoluti nelle misure previste dallo Statuto alle casse regionali. In base a questa sentenza gli uffici di viale Trento stimano in oltre 220 milioni il maggior gettito spettante alla Sardegna.
LA REGIONE «La sentenza è un'ulteriore conferma della scelta fatta dalla Giunta di impugnare tutti gli atti che avessero rilevanza istituzionale e soprattutto che l'orientamento della Corte Costituzionale, contrariamente a quello del Governo, è più aderente alle prerogative delle Regioni e degli enti locali», è scritto in una nota congiunta del governatore Ugo Cappellacci e di La Spisa. «Grazie alla decisione della Consulta si potranno vedere incrementate le entrate nel bilancio di copertura 2013 e adesso attendiamo l'esito delle altre sentenze che speriamo possano continuare a dare ragione alle azioni messe in campo dalla Regione».
IL TAVOLO Per Cappellacci e La Spisa diventa fondamentale «che il tavolo di confronto con lo Stato sia attivato in tempi brevi per ottenere il pieno riconoscimento dei nostri diritti. La stessa Corte - ricordano presidente e vice - con una sentenza precedente aveva infatti sottolineato come non sia ragionevole ottenere maggiori entrate senza un adeguamento del patto di stabilità in quanto vengono sottratte risorse effettivamente disponibili alle imprese e alle famiglie. La Regione pertanto proseguirà in ogni sede la propria battaglia sino al pieno rispetto del regime di entrate».
LA CRITICA Cappellacci ha reso pubblici i contenuti della sentenza della Consulta a margine della visita, ieri a Monserrato, dei ministri del Welfare Elsa Fornero e della Sanità Renato Balduzzi in casa di Salvatore Usala, malato di Sla e segretario del Comitato 16 novembre onlus. Ma dal governatore è anche arrivata una critica: «È triste dover registrare successi sul fronte giudiziario piuttosto che su quello politico». Il presidente della Regione non ha parlato esplicitamente del possibile sforamento del patto di stabilità. Ha confermato tuttavia che «si sta valutando ogni strada» perché la Sardegna è arrivata «a un livello inaccettabile che riguarda non solo i tagli ma anche il mancato adeguamento dei vincoli di spesa rispetto alle maggiori entrate derivanti dall'articolo 8 dello Statuto».
Lorenzo Piras

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