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L'unione sarda. Bitas, offerta turistica più ricca

Le proposte degli operatori per andare oltre la stagione estiva

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Andare oltre il fascino delle coste e del mare di Sardegna, per arricchire la proposta turistica di opportunità e di occasioni che facciano dell'Isola una meta ambita durante tutto l'arco dell'anno. È l'obiettivo della quarta edizione di Bitas - la Borsa internazionale del turismo attivo in Sardegna -, in corso di svolgimento a Bosa: un evento che guarda alla destagionalizzazione dell'offerta turistica e punta a ricavare significative quote di mercato attraverso il turismo legato alla natura, agli sport estremi, a quelli connessi alle peculiarità del territorio, al turismo religioso.
I NUMERI La Città del Temo ospita in questi giorni 80 tour operator internazionali, 240 seller regionali (operatori ed aziende del settore), una trentina di giornalisti accreditati, fra cui 15 di testate straniere. L'evento presenta già numeri significativi: tra eventi sportivi, workshop, seminari di alta formazione ed educational tour, sono previsti 2800 incontri, mille iscrizioni on line (nei seminari, fino ad esaurimento posti), migliaia di contatti sulla rete. Un movimento che, nell'arco di una settimana, porterà sul territorio della Planargia e Montiferru una ricaduta immediata stimata dagli organizzatori attorno ai 250 mila euro, cui vanno ad aggiungersi le migliaia di euro spesi dal Comune di Bosa e dagli altri centri del territorio per il decoro urbano e per l'organizzazione dell'evento, voluto dalla Regione attraverso l'Agenzia Sardegna promozione, con la collaborazione di Bosa, dell'Unione dei Comuni Planargia-Montiferru e della Camera di commercio di Nuoro. Il tutto senza considerare un aspetto attualmente non valutabile: «C'è un investimento immateriale», spiega il sindaco Piero Casula, «che al momento non può essere qualificato ed è dato dal fatto che Bosa acquista un'immagine nazionale e internazionale in tema di turismo attivo che deve consolidare facendo sistema con il territorio».
LE PROPOSTE La Bitas, quindi, va vissuta come stimolo e investimento in un futuro turistico che dia alla Sardegna una centralità fra le proposte nazionali e internazionali. Un auspicio, senza dubbio, ma anche un impegnativo percorso che deve partire in primo luogo dalla qualità, dai costi e dal numero dei collegamenti. Lo hanno ricordato gli operatori del settore nel convegno inaugurale, gettando sul tavolo della discussione il drammatico dato di oltre quindici tour operator isolani costretti a chiudere i battenti nell'ultimo anno, proprio a causa delle difficoltà derivanti dai costi dei collegamenti fra la Sardegna e la penisola. Senza adeguate politiche di contenimento dei costi, la nostra Isola, nonostante le molteplici opportunità offerte ai turisti, finisce con l'essere perdente sul mercato. Temi che saranno approfonditi in questi giorni. «L'inizio della manifestazione è stato più che buono», commenta Marcello Usala, responsabile operativo dell'evento Bitas, «l'accoglienza è stata delle migliori e gli ospiti, soprattutto stranieri, stanno apprezzando il valore ambientale di questo territorio».
Antonio Naitana

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