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L'unione sarda. Niente Imu per le famiglie povere un sussidio per i disoccupati-baby

LE MISURE. La Regione è pronta a riscrivere da sola il Patto di stabilità

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Il piano della Giunta per dare respiro alla Sardegna si baserà sul tesoretto di circa cento milioni recuperato dalla riscrittura del Patto di stabilità in Finanziaria. Il fatto che la norma possa essere impugnata dallo Stato non spaventa il governatore Ugo Cappellacci: «Abbiamo ragione noi».
LE INIZIATIVE Previste l'erogazione di un contributo di 25 milioni pari alla restituzione dell'Imu ai nuclei che hanno un reddito Isee inferiore a 20 mila euro. E l'istituzione, con 20 milioni, del reddito di comunità per 10 mila giovani disoccupati (circa 500 euro al mese finanziati con il Sardex, la moneta complementare nata in Sardegna che sostituisce il denaro con il baratto dei servizi). Il patto prevede anche, attraverso la tesoreria regionale, il pagamento dei crediti vantati da 25 mila imprese verso la Regione. Parliamo di 300 milioni: la Regione attiverà i pagamenti facendosi carico di 15 milioni di interessi. Con 29 milioni di crediti di imposta saranno attivate 1000-1500 nuove assunzioni a tempo indeterminato. Circa due milioni sono destinati all'istituzione dell'Agenzia delle entrate sarda per regolamentare «l'avvio della moneta complementare».
L'OPPOSIZIONE Per il capogruppo del Pd Giampaolo Diana «le dichiarazioni del presidente sono un minestrone di demagogia e populismo». E poi: «Un consiglio, quando accenna a questa non ben definita nuova moneta, la Sardex: Cappellacci senta Doddore Meloni, non vorrei che all'improvviso la Sardegna si risvegliasse con due monete. Suvvia presidente, un po' di demagogia, ci può stare, ma eviti di far ridere ancora, lo ha già fatto abbastanza in questi quattro anni». Chiude il renziano Chicco Porcu: «Siamo di fronte a una spregiudicata operazione di fine legislatura che Cappellacci vuole finanziare sfondando il Patto di stabilità, il tetto di spesa fissato dallo Stato per la Sardegna». Il problema è che «lascerà macerie a chi arriverà dopo di lui». (lo. pi.)

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