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L'unione sarda. Semplificazioni mai decollate per le imprese

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L'impressione è che si sia abusato di un termine, semplificazioni, senza che alle sbandierate volontà di farle seguissero azioni mirate. E così, dall'Autorizzazione integrata ambientale semplificata, Aia, alla cancellazione del silenzio-assenso, tutte quelle misure che dovevano dare respiro alle imprese (perlopiù edili, le più colpite dalla crisi) si sono perse nelle nebbie di fine legislatura perché i provvedimenti per abbreviare gli iter e snellire le procedure sono rimasti orfani dei decreti attuativi. E senza quelli, ultimi tasselli nell'iter legislativo che suonano un po' come le “istruzioni per l'uso” delle leggi, le intenzioni restano solo sulla carta.
LE INIZIATIVE Il clima di smobilitazione, poi la tornata elettorale e dopo ancora lo stallo hanno di fatto paralizzato alcune tra le iniziative che possono contribuire ad abbassare i costi per le imprese in termini di tempo perso e di spese. Sulla base della denuncia di Confartigianato, si scopre che perfino gli unici due provvedimenti messi in salvo, Autorizzazione unica ambientale e sportelli unici per l'edilizia, sono stati avviati su una strada lastricata di problemi tecnici. Il regolamento sull'Aua ha ottenuto il via libera finale solo a metà febbraio, in extremis, ma il provvedimento non è ancora operativo. Eppure si tratta di una misura che dovrebbe tagliare ben sette adempimenti burocratici che costano alle imprese 1,3 miliardi di euro. E per quanto riguarda gli sportelli unici per l'edilizia, la riforma è stata approvata e attuata, sarebbe dovuta partire il 12 febbraio ma, denuncia Confartigianato Sardegna, solo pochi Comuni hanno predisposto le piattaforme elettroniche per la gestione delle pratiche.
LE MISURE RIMASTE AL PALO L'associazione guidata da Luca Murgianu ha aggiunto alla lista altre misure rimaste solo sulla carta: dal riutilizzo delle rocce da scavo alle white-list delle imprese al riparo da infiltrazioni mafiose (previste dalla legge anti-corruzione) passando per la validità del Durc a 180 giorni (è rimasto a 90), la cancellazione del silenzio rifiuto per costruire in presenza di vincoli o la Scia (segnalazione certificata di inizio attività). Fumata nera per le banche dati sui contratti pubblici (che fine ha fatto il pass unico dell'Autorità di vigilanza?). Fumata nerissima anche per la semplificazione dei procedimenti di valutazione di impatto ambientale. Per non parlare della Dia elettronica. È infatti avvolto dal mistero il regolamento sulla denuncia di inizio attività per via telematica. Alla faccia delle rivoluzioni della Rete, del web 2.0 e del consolidamento nell'uso di Internet come antidoto alla burocrazia-killer.
Emanuela Zoncu

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