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L'unione sarda. Ucciso sotto casa

Mario Testoni, 62 anni, centrato da due fucilate La moglie in lacrime ha notato un'ombra in fuga

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Due fucilate alla schiena. Il killer ha scelto la visuale più sicura, appollaiato sul costone che sta davanti alla strada. Un colpo e poi un altro. Calibro 12, pallettoni. Mario Testoni, 62 anni, padre di due ragazzi, ex direttore dei servizi cimiteriali di Nuoro, è caduto a terra, davanti al cancello della sua villetta in via Laporta, strada che sta giusto sotto la parrocchia di San Paolo, rione Monte Gurtei. È stata la moglie a soccorrerlo per prima, e subito le si sono fatti intorno i vicini di casa che hanno chiamato il 118. Inutili i tentativi di rianimazione. L'uomo è morto tre quarti d'ora dopo, sull'ambulanza che lo trasportava in ospedale.
ERA ANCORA GIORNO L'agguato è avvenuto che mancavano dieci minuti alle 18. Era ancora giorno e a Nuoro pioveva. Mario Testoni rientrava a casa dopo una passeggiata e un appuntamento dal medico. Ha fatto appena in tempo a scendere dall'auto e ad avvicinarsi al cancello quando è stato colpito da una scarica di piombo. Due fucilate dall'alto verso il basso, una distanza di una quindicina di metri. Proprio per non rischiare di essere visto, il killer si è appostato in cima al costone di rocce e macchia che digrada sulla via e costeggia la chiesa parrocchiale. Una perfetta via di fuga in mezzo alla campagna, verso Biscollai.
«L'HO VISTO FUGGIRE» Pina Meloni è uscita in strada col cuore in gola. Ha visto il marito riverso sulla soglia, in una pozza di sangue. Respirava appena. Le grida della donna hanno richiamato i vicini e intanto partivano le telefonate al 118. «Io l'ho visto fuggire, quel maledetto», sussurrava la moglie della vittima, sconvolta. In pochi minuti in via Laporta sono arrivate l'ambulanza del 118, le auto dei carabinieri e le volanti. «Ho sentito due botti, mi sono sembrati dei petardi», ripeteva Pina Meloni mentre i medici del pronto intervento cercavano di rianimare il ferito. Per una mezzora, mentre il cielo dava tregua e la pioggia non veniva più giù - Pina Meloni, i vicini di casa, gli amici che cominciavano ad accorrere hanno sperato. L'ambulanza è partita poco dopo. Mario Testoni è spirato durante il breve viaggio. La notizia è arrivata in tempo reale e la villetta di via Laporta, dove ci si preparava a una lunga notte di attesa e speranza, è diventata la casa del lutto.
Subito i militari della Compagnia di Nuoro hanno sistemato i nastri biancorossi, per delimitare la scena del delitto e tenere a distanza la folla: sono arrivati gli ex colleghi di Mario Testoni, tanti amici e i parenti che via via venivano accompagnati dentro la villetta per stare vicini a Pina Meloni. È stata lei a comunicare la notizia ai due figli che vivono e studiano fuori, nella penisola.
LE INDAGINI In via Laporta sono arrivati il tenente colonnello Simone Sorrentino, vicecomandante provinciale dei carabinieri, e il sostituto Andrea Schirra che coordina le indagini. Mentre venivano avviati i rilievi, gli investigatori hanno ascoltato la vedova di Mario Testoni e i vicini di casa. Qualcuno ha detto di aver sentito solo i due botti; altri hanno detto di non essersi accorti di nulla. C'è chi ha riferito di un uomo che fuggiva, uno con la giacca chiara. E chi ha raccontato dei dispiaceri di Mario, di questa storia della cooperativa edilizia Su Nuraghe, quella delle case di Monte Gurtei costruite negli Ottanta. Una battaglia in tribunale, 56 soci contro 4, che si è conclusa di recente con lo sfratto di questi ultimi confermato dalla Corte d'appello. I militari hanno esaminato palmo a palmo il costone davanti alla villetta, individuando la comoda postazione utilizzata dall'assassino. L'uomo, evidentemente, conosceva le abitudini di Mario Testoni che, andato in pensione un anno fa, aveva diversi interessi e spesso, nel pomeriggio, faceva lunghe passeggiate. Il killer ha voluto colpirlo proprio davanti alla sua casa, e non altrove. Sulla soglia, vicino al cancello, è rimasto un piccolo rivolo di sangue.
Piera Serusi

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