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L'unione sarda. Stabilità, legge in bilico

Incertezza sulle nuove modifiche dopo l'intesa ministri-relatori Ma Passera assicura: «Il provvedimento non verrà stravolto»

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ROMA Accettata la riscrittura, ora il punto è cosa fare. Il governo accetta di correggere la parte fiscale della legge di stabilità e soprattutto di eliminare il taglio Irpef a vantaggio dell'aumento delle detrazioni (dipendenti, pensionati, famiglie) e di un calo del cuneo fiscale (che riguarda anche le imprese). Un intervento che, dice il ministro dello Sviluppo Corrado Passera, «non stravolge» la legge, confermandone la filosofia di fondo.
Plaude il Pdl: Angelino Alfano rivendica «i risultati ottenuti in commissione Bilancio del Pdl, le cui proposte sono state in gran parte accolte dal governo». Per il leader Udc Pier Ferdinando Casini la legge è cambiata in meglio, e secondo il capogruppo Udc, Gian Luca Galletti, «grazie a noi è più equa».
CASO IVA Ora bisogna stabilire quale sarà il mix delle nuove misure accolte, ma c'è chi già protesta nonostante la disponibilità al cambiamento. Come sull'Iva: bene aver evitato l'aumento dell'aliquota intermedia, dice l'Ance. Ma non basta: bisogna cancellare anche l'aumento di quella più alta, dicono Confcommercio e Cgil. A Coldiretti piace la sterilizzazione dell'Iva al 10%: «Salva il cibo».
Dal Fondo monetario arriva una promozione agli sforzi dell'Italia per far crescere occupazione e crescita (ma le riforme vanno poi attuate, si sottolinea), ma resta poco tempo per decidere cosa fare di questa nuova bordata di norme per garantire «stabilità». Anche se - ripete da giorni il ministro dell'Economia, Vittorio Grilli - non c'è intervento sui conti (il pareggio è già «nei numeri») né se ne prevedono altri in primavera.
ALTRE MODIFICHE I relatori (Pier Paolo Baretta del Pd e Renato Brunetta del Pdl) stanno spulciando la pioggia di emendamenti presentati. Proposte arrivate però poco prima dell'accordo relatori-governo, che modifica profondamente la manovra. È quindi attesa la presentazione formale del testo che i relatori metteranno a punto per tradurre in norma i contenuti dell'accordo: dovrebbe arrivare mercoledì 7.
A quel punto i deputati potranno proporre modifiche alle modifiche, per cercare di cambiare ulteriormente. E al di là della volontà del governo di accogliere cambiamenti, sembra che le spinte siano molte, almeno a giudicare dal numero della prima tranche di proposte: 1.600, delle quali 400 dal Pdl, 400 dal Pd, 300 dalla Lega, 140 dell'Idv, 90 dall'Udc e il resto dagli altri gruppi o dai singoli deputati. Ci sarà comunque la mannaia dell'ammissibilità (per materia e per copertura).
IRPEF Il punto quindi è come procedere. Un'idea, come «relatore del partito di maggioranza», arriva da Brunetta: coi soldi risparmiati dal taglio Irpef si fa un fondo per tagliare il peso fiscale sulle famiglie, a partire dall'Imu. E per i lavoratori? Si raddoppia il fondo di 1,6 miliardi già previsto per incrementare la produttività delle aziende. Idea che però non piace alla Cgil che la definisce «bizzarra», visto che un accordo ancora non c'è. Su questo però spinge il governo e Passera chiede «un bel colpo di reni».
Il leader della Cisl Raffaele Bonanni, grande sostenitore del taglio Irpef, si mostra attendista: «Vedremo se con le modifiche i lavoratori andranno meglio». Mentre per la Uil la strada intrapresa «è giusta».

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