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La nuova sardegna. Putzu: «Pagamenti celeri ossigeno per le imprese»

Un decreto del governo Monti impone il saldo delle fatture entro 30-60 giorni Resta da chiarire se le regole valgono anche per il settore dei lavori pubblici

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di Alfredo Franchini wCAGLIARI L’Europa chiedeva da tempo che i pagamenti della pubblica amministrazione fossero effettuati in tempi ragionevoli e il governo Monti ci ha messo una pezza: dal primo gennaio del 2013 la pubblica amministrazione deve saldare i debiti con i fornitori nel giro di un mese; (con deroga a due mesi per le imprese pubbliche che lavorano nella Sanità). «Un fatto importante e molto atteso dalle imprese sarde», afferma Massimo Putzu, presidente della Confindustria regionale, «le nuove regole garantiranno un sostanziale abbattimento dei tempi di pagamento da parte della pubblica amministrazione con effetti positivi sulla competitività». Che cosa significa per il sistema economico sardo? «Passare dagli attuali 289 giorni che un’impresa sarda fornitrice di una Asl deve attendere a un mese, massimo due, impedirà l’ulteriore aumento dei debiti del settore pubblico e consentirà di rendere più equo il rapporto tra impresa e pubblica amministrazione, attualmente sbilanciato su quest’ultima». Una boccata d’ossigeno per le imprese, ora fiaccate. «Ci saranno effetti positivi sulla liquidità delle aziende, messe in crisi da tempi di pagamento spesso intollerabili e dal forte rallentamento del credito». Anche nelle transazioni commerciali tra le imprese sono stati previsti tempi più celeri. «E’ apprezzabile la decisione di lasciare ai privati, nell’ambito della loro autonomia negoziale, la possibilità di definire contrattualmente termini di pagamento e interessi moratori diversi, purché non iniqui per i creditori». Insomma si può definire una svolta? «Resta da chiarire che le nuove regole trovano applicazione anche nel settore dei lavori pubblici così da dare risposta alle imprese che operano in questo comparto e che aspettano una soluzione a questo annoso problema». Ma come farà la pubblica amministrazione a trovare le risorse per mettersi alla pari con i pagamenti? «Resta il problema legato allo stock del debito esistente che, a livello nazionale, ammonta a circa cento miliardi di euro. Mentre si trova una soluzione positiva per il futuro, si tratta di affrontare il pregresso che si è andato accumulando in questi anni e che sta portando alla morte di molte imprese». C’è poi un problema tutto sardo, legato ai crediti delle imprese che hanno lavorato col sistema regionale. «Come Confindustria regionale stiamo cercando di intervenire a sostegno delle imprese sarde con il Confidi che ha messo a punto uno strumento finanziario in collaborazione con il Banco di Sardegna, utile per dare respiro alle imprese, dando loro la possibilità di smobilizzare i crediti nei confronti della pubblica amministrazione a tassi vantaggiosi in un arco temporale di un anno». E’ la soluzione? «No, la soluzione c’è se anche la pubblicazione amministrazione regionale fa la sua parte assicurando un’accelerazione della spesa verso le imprese fornitrici e il rispetto dei termini di pagamento»

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