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L'unione sarda. Allarme disoccupati, all'Isola il record con il 42% dei giovani

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«Mentre la politica discute di se stessa e di altro, lontano però dai problemi della società, la disoccupazione giovanile in Sardegna, nella fascia 15-24 anni, supera il dato nazionale diffuso dall'Istat di oltre sette punti. In attesa del dato di fine 2012, l'ultimo indicatore riporta un tasso di disoccupazione per l'Isola del 42%, con un picco nella provincia di Sassari del 50%, Olbia Tempio 45% e Oristano e Cagliari 43%. Nella fascia di età 25-34 anni siamo al 19%». È la denuncia del segretario della Cisl sarda, Mario Medde, che chiede interventi urgenti e una svolta nella politica.
LO SCENARIO «Si tratta di dati che riflettono una realtà ben peggiore - ha aggiunto Medde - perché non viene considerato il fenomeno dello scoraggiamento. L'attenzione a questo drammatico problema che dovrebbe essere una priorità per la politica e per le istituzioni, non è adeguata agli effetti che produce nelle persone e nelle famiglie. La ricetta della maggiore flessibilità in entrata e in uscita nel mercato del lavoro, si è dimostrata fallimentare, ha creato invece maggiore precarietà senza recare vantaggio alcuno alle imprese. Il problema vero riguarda la crisi produttiva e del lavoro e la totale assenza di vantaggi fiscali e l'abbattimento delle diseconomie esterne al processo produttivo che non consente la competitività necessaria e l'incremento degli organici. Viene occultata una questione altrettanto importante e cioè il dimagrimento enorme dello Stato e del parastato e della Pubblica amministrazione in genere». Secondo il segretario regionale «nell'Isola è dunque indispensabile un programma straordinario di lavoro per i giovani, coinvolgendo pubblica amministrazione e privato, soprattutto quello sociale, la fiscalizzazione ridotta per i contratti di ingresso e l'utilizzo della leva fiscale, a favore dell'imprenditoria sarda. Indispensabile è il ruolo della formazione professionale e della scuola per garantire, attraverso la conoscenza, le qualifiche e le specializzazioni, un valore aggiunto ai giovani, alle famiglie e alle imprese».
IN ITALIA L'ultima rilevazione nazionale dell'Istat segnala una diminuzione di 57 mila occupati e una disoccupazione che aumenta di 62 mila unità. Ma quel che pare più grave è che in un anno i disoccupati sono 554 mila in più e che il tasso di occupazione complessivo continua a scendere, tornando dopo molti anni al di sotto del 57%. A farne le spese sono soprattutto i giovani: 35 su 100 sono senza lavoro nella fascia d'età tra i 15 e 24 anni. «L'Istat - sottolinea il segretario generale aggiunto della Cisl nazionale Giorgio Santini - dà in quest'occasione anche il dato di quanti giovani tra questi siano effettivamente in cerca di lavoro avendo concluso l'iter scolastico. Il numero è rilevante superando 600 mila persone e rappresenta in modo inequivocabile quanto sia ormai diffuso il disagio sociale e l'emergenza lavoro per i giovani».

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