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L'unione sarda. Imprese alla conquista della Cina

Vetrina a Shanghai per le eccellenze del made in Sardinia

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La Cina è più vicina. Non solo all'Occidente in generale ma anche a quella minuscola isola del Mediterraneo che si chiama Sardegna. 160 milioni di cinesi l'hanno conosciuta attraverso “Rose Wedding”, un reality sulla tradizione delle nozze di gruppo girato interamente in Sardegna, per la gran parte ad Alghero. Prodotto dalla Huai Huai Commercial Group (5 mila miliardi di fatturato), è andato in onda su Shangay Sat e Shanghai Orient nel novembre del 2009.
IL PROGETTO Ora Camera di Commercio, Facoltà di Economia e la rete delle imprese del nord ovest preparano lo sbarco a Shanghai in occasione del “China Expo Tour” in programma nel settembre 2015. Il progetto è stato illustrato alle imprese nella sede della Camera di commercio di Sassari. Un piano triennale che punta ad aprire subito uno spazio espositivo a Shanghai per svolgere quell'azione di contatto con il mercato locale fondamentale per sviluppare rapporti economici.
È stata individuata una location all'interno di una struttura commerciale realizzata dalla Huai Huai nel “waterfront” di Shanghai. I cinesi sono interessati a sviluppare il turismo in entrata e in uscita e hanno dimostrato finora di gradire molto i prodotti dell'enogastronomia sarda.
CHI C'È La “San Giuliano” di Alghero, dopo alcuni anni di lavoro, ha aperto uno show room nella zona di Pudong: «Abbiamo personale cinese e stiamo cominciando a raccogliere i primi frutti», sostiene Pasqualino Manca. «Il mercato è enorme e con grandi diversità: Shanghai è diversa da Pechino, la burocrazia è perfino più complessa della nostra. Occorre avere coraggio e prudenza al tempo stesso. Fino a qualche tempo fa non era possibile costituire una società a maggioranza straniera, dovevi avere un partner di maggioranza cinese. Ora non più».
ALTRE ESPERIENZE L'industria casearia “F.lli Pinna” di Thiesi opera sul mercato cinese dalla Sardegna. Vende i suoi prodotti a Shanghai e non solo utilizzando un importatore e distributore cinese. Così fa l'azienda vitivinicola di Santa Maria La Palma: «Piccoli numeri per ora. Il consumo del vino è molto limitato anche se destinato a crescere» ricorda il direttore generale Antonio Casu. «Il problema più grosso resta la divisione fra le imprese e la mancanza di spirito imprenditoriale».
LO SBARCO Si riuscirà a varare l'operazione “Shanghai 2015”? Lo decideranno proprio le imprese chiamate a condividere una quota del budget previsto dalla Facoltà di Economia e dalla Camera di Commercio. Sono necessarie 35-50 società per fare sistema e abbattere i costi. Vincerà lo spirito di sopravvivenza o il desiderio di confrontarsi con un grande mercato?
Gibi Puggioni

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