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L'unione sarda. Ultimatum di 24 ore al Cagliari

Un nuovo “progettino” per far entrare gli abbonati a Is Arenas

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Prefettura, questura, Comune di Quartu e Lega hanno dato ventiquattr'ore al Cagliari calcio per presentare un “progettino” che gli consentirebbe di giocare la partita con l'Inter, domenica 14 aprile, a Is Arenas, davanti a 4999 tifosi. Al termine del vertice in piazza Palazzo, il grande mediatore Achille Serra, tornato in città per l'occasione, ha annunciato che «la soluzione è a portata di mano», che il nodo si può sciogliere «molto facilmente», che basta «tirare due righe qui e là», e oplà, arriverebbe l'autorizzazione. Tutti d'accordo i partecipanti alla riunione, hanno sottolineato la loro «disponibilità e impegno» e rilanciato la palla alla società di viale La Playa, che non era stata invitata e i cui rappresentanti si trovavano nello stesso momento a Rieti per trattare sullo stadio Manlio Scopigno.
ALLA RICERCA DI UN CAMPO In realtà non è cambiato praticamente nulla rispetto al recente passato. La squadra non ha un campo in cui disputare il prossimo match casalingo e i pochi che restano fino al termine del campionato. Trieste sembra non sia tuttora agibile per la serie A, manca la videosorveglianza e le aree di rigore sarebbero in pessime condizioni (ma per la Lega è un'ipotesi più che valida); l'impianto laziale dedicato al vecchio allenatore dello scudetto rossoblù è stato definito «un campetto per incontri minori»; altri, non si sa se siano stati presi in considerazione; per Is Arenas è già partito il de profundis . Le porte chiuse sono uno spettro che continua ad aleggiare. Secondo le autorità che si sono viste ieri mattina, entro oggi il club dovrebbe fare il nuovo disegno, «in miniatura, delimitando con transenne o nastri le tribune da aprire ( main stand e curva nord) in modo da ridurre inequivocabilmente il numero dei posti disponibili a cinquemila meno uno; poi, indicare gli spazi per i diversamente abili e mandare tutto al Coni per l'ok. Senza dimenticare però, condizione indispensabile, un accertamento di conformità per gli abusi edilizi contestati dall'amministrazione di via Eligio Porcu. In due verbali, trasmessi alla Procura della Repubblica, e per i quali sono indagati il vice di Cellino, Marcello Vasapollo, e il progettista Jaime Manca di Villahermosa, il nuovo responsabile unico del procedimento, Raffaele Sundas, ha rilevato diverse «opere non conformi al progetto originario». Ad esempio, la main stand avrebbe una forma diversa, gli accessi alle poltroncine modificati, ci sono i “formaggini”, cioè le tribune a forma di quarto di cerchio in raccordo con il settore Distinti, volumi destinati alle attività della polizia e un locale tecnico per apparecchiature elettroniche. Il Comune ha chiesto di sanare immediatamente, il Cagliari calcio ha risposto chiedendo un rinvio, dato che la maggior parte di queste opere sarebbero state chieste dalle autorità. E questo è uno dei motivi che stanno per far saltare definitivamente la convenzione.
L'ULTIMO TENTATIVO Ieri mattina durante il vertice a palazzo Regio è stato compiuto un altro disperato tentativo per salvare Is Arenas. «Ora ci aspettiamo la disponibilità del Cagliari calcio, bisogna tenere conto dei diritti dei tifosi», dice Achille Serra. «Noi abbiamo esaminato un percorso fattibile, e comunque non capiamo come mai da oltre un mese non abbiano presentato più niente di quanto è stato loro richiesto per riavviare l'iter con la Commissione di vigilanza», sottolinea il prefetto Alessio Giuffrida. «Noi ci siamo sempre impegnati, è assurdo parlare di complotto, vogliamo che la squadra stia qui e proviamo a programmare con un certo anticipio il servizio delle forze dell'ordine», aggiunge il questore, Massimo Bontempi. «Giocare a Quartu è semplicissimo, non diciamo che si va a cercare il pelo nell'uovo, poi se hanno deciso di fare altro è un problema loro, ma non ci dicano che non siamo collaborativi», spiega il vicesindaco, Fortunato Di Cesare.
IL CAGLIARI TACE Dal consiglio d'amministrazione della società non arriva nessuna risposta. Perché niente è cambiato. Avevano detto che avrebbero voluto giocare a Is Arenas ma con tutti gli spalti pieni, davanti al pubblico al completo, come con il Milan, 16.500 persone, non 4999. Avevano detto che accertamento di conformità non ne presenteranno e chiesto al Comune di fare un accordo e rimandare la questione di qualche mese. Avevano già predisposto il “progettino” la volta scorsa, per la Fiorentina, ma evidentemente non ci si è compresi sui dettagli, visto che la Commissione comunale di vigilanza ha rigettato l'istanza perché non di sua competenza. Insomma, restano ferme le dichiarazioni della lettera dell'altra notte: «Le buone intenzioni e le vacue promesse non garantiscono le primarie necessità di un'azienda... d'ora i poi i rapporti saranno regolati per il tramite dei legali incaricati».
Cristina Cossu

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