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L'unione sarda. Lavoro nero, recuperati 27 milioni

Violazioni nel 61 per cento delle imprese sottoposte a verifica

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Oltre la metà delle aziende sarde non è in regola con le norme a tutela dei lavoratori, con picchi del 66% a Cagliari e del 71% a Sassari. Sono questi i numeri diffusi dalla Direzione regionale del lavoro della Sardegna che nel 2012 ha controllato 7 mila aziende dell'Isola. Di queste, 4.333 sono risultate non in regola (pari al 61,87%) e con 11.249 lavoratori fuori dagli inquadramenti di legge. In particolare, 2.192 dipendenti sono risultati in nero.
TERRITORIO L'attività, condotta da 187 ispettori ha permesso di accertare imponibile sul quale recuperare i contributi pari a 27,5 milioni di euro. Il “bottino” più ricco è arrivato dalla provincia di Cagliari dove sono state 2.825 le aziende passate al setaccio (e 19,8 milioni di euro di imponibile evaso). Segue Sassari con 2.204 aziende controllate e 2,9 milioni. Il primato negativo per i lavoratori in nero spetta invece a Oristano dove nel 2012 erano totalmente sconosciuti allo Stato quasi il 43% dei dipendenti irregolari scoperti (164 su 351 controllati). La Direzione del Lavoro fa però notare come il lavoro nero sia diffuso in tutta l'Isola. La provincia di Cagliari è stata la più “virtuosa” con 863 dipendenti in nero su 6.807 (12,68%) dipendenti non pienamente in regola. A Sassari e Nuoro, invece, la percentuale è stata del 30% e 26%.
SANZIONI Il lavoro nero è più presente nel settore del terziario, quello più ispezionato, dove sono state numerose anche le regolarizzazioni dei rapporti di lavoro. Sempre in questo comparto sono state rilevate 549 irregolarità per appalti illeciti e 672 casi di violazione in tema di orario di lavoro. Il terziario è stato anche il settore da dove sono arrivati i recuperi maggiori in termini finanziari: 21,4 milioni di euro di imponibile accertato non versato pari al 78% del totale. Seguono, a distanza, i 3,5 milioni dell'edilizia e i 2,3 milioni dell'industria.
SETTORI Proprio le aziende dell'edilizia sono risultate quelle con maggiori irregolarità: oltre il 66% delle 2.698 imprese ispezionate non era a posto. In sede di vigilanza tecnica dei 1.446 cantieri controllati, inoltre, la Direzione del Lavoro ha riscontrato il 62% di irregolarità comminando sanzioni per oltre 1,1 milioni di euro e provvedimenti amministrativi per 1,5 milioni. Nel 49% dei casi, le aziende non avevano adottato tutte le misure per evitare il rischio di caduta dall'alto e nel 18% mancavano i requisiti per la sorveglianza sanitaria in cantiere. Rispetto al numero dei controlli (appena 100) è molto alta la percentuale delle difformità anche in agricoltura (62%). Nel terziario, invece, la quota di “errori” ha sfiorato il 60% (con 3.633 controlli) e il 55% nell'industria.
Il lato positivo è che molte delle contestazioni sono state risolte con il ricorso alla conciliazione monocratica: delle 1.975 le pratiche avviate lo scorso anno, 740 sono state risolte, pari all'81% delle cause in cui si sono presentate entrambe le parti.
Annalisa Bernardini

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