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L'unione sarda. Contu, amici sotto torchio

GAVOI. Ore e ore di botta e riposta non scalfiscono il muro dell'omertà

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Altri due giovani di Gavoi sotto torchio, per ore. Dalla mattina alla sera, ieri, due amici di Pierpaolo Contu sono stati interrogati nel centro di Abbasanta. Si tratta di due ragazzi che, secondo il procuratore distrettuale Mauro Mura, il sostituto Danilo Tronci, i capi delle squadre mobili di Nuoro e Cagliari Fabrizio Mustaro e Leo Testa, sanno chi, come e perché ha ucciso Dina Dore, la sera del 26 marzo 2008, in un garage di via Sant'Antioco davanti alla figlia di otto mesi, per poi inscenare un finto tentativo di sequestro di persona e depistare le indagini.
RISERBO ASSOLUTO Top secret i nomi dei testimoni sentiti in un clima particolarmente teso fino alle otto di sera. Non si sa nulla neppure dell'esito dei due lunghissimi interrogatori. Sembra, comunque, che i due non abbiano bucato il muro di omertà che avvolge l'omicidio di Gavoi. Finora lo ha fatto solo il teste-chiave, svelando dopo quasi cinque anni la confidenza ricevuta da Pierpaolo Contu: il giovane arrestato il 28 febbraio scorso insieme al marito della vittima, Francesco Rocca, aveva condotto l'amico nella sua officina e, dopo avergli detto di lasciare il telefonino in macchina, gli aveva raccontato di aver assassinato Dina Dore su mandato del marito, in cambio della promessa di 250.000 euro. Sconvolto, dopo un mese l'amico era riuscito a raccontare tutto al padre ma i due, per paura di ritorsioni, sono stati zitti fino al novembre dello scorso nano.
SENZA SOSTA Le indagini continuano dunque a ritmo serrato. Gli investigatori sono decisi a stanare il complice entrato in azione insieme a Contu nel garage di via Sant'Antioco. Le modalità del delitto (un colpo in testa forse con una roncola e il soffocamento con lo scotch avvolto dalla fronte fino alla base del collo) lasciano intendere che i killer fossero più di uno. E poi c'è il dna ritrovato sul nastro: non appartiene a Contu. Certo, resta pur sempre la possibilità che si tratti del profilo genetico di una persona estranea all'uccisione di Dina Dore (lo scotch può essere passato in diverse mani prima di finire in quelle dell'assassino) ma, al momento, i magistrati e i poliziotti sono convinti che ci sia un terzo uomo. Del resto, anche l'anonimo che, nell'ottobre scorso, ha dato la svolta alle indagini lasciando un biglietto sulla macchina di Graziella Dore, la sorella della vittima, ha indicato il nome di altri due giovani di Gavoi che saprebbero tutto del delitto «pur non avendo partecipato a niente».
Secondo l'accusa Francesco Rocca avrebbe ordinato l'omicidio per liberarsi della moglie e vivere alla luce del sole la relazione con la sua assistente di studio: la messinscena del sequestro serviva ad allontanare da sé gli inevitabili sospetti.
Maria Francesca Chiappe

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