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L'unione sarda. Nuovo ossigeno per l'economia: quaranta miliardi alle imprese

La Regione annuncia: si potrà aumentare la spesa di 300 milioni

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ROMA Il governo sblocca 40 miliardi che dovrebbero attivare alle imprese creditrici alla velocità della luce. Già lunedì il decreto diventa operativo dopo la firma del Colle e la pubblicazione in Gazzetta. Poi però è atteso dalle Camere dove la strada, al momento, non appare esattamente in discesa. Ma Mario Monti si dice fiducioso che si possa svolgere un «adeguato e scorrevole esame».
IL DECRETO Il percorso delineato dal Governo è blindato: sia sulle procedure di pagamento, sia per il meccanismo dei prestiti (per accelerare è coinvolta la Cdp che dovrà gestire un fondo da 26 miliardi) e la loro restituzione da parte delle amministrazioni (prestiti a 30 anni collegati all'andamento dei Btp a 5 anni). Ma anche e soprattutto nel malaugurato caso di sforamento. Monti insieme a Vittorio Grilli e Corrado Passera lo ripetono più volte: il percorso è all'interno delle regole delineate dall'Ue e il deficit non si può sforare. Pena la non chiusura della procedura avviata da Bruxelles per deficit eccessivo e il rischio di far riaprire nuove procedure.
Soddisfatto Mario Monti che spiega: «Era una situazione inaccettabile e che è stata a lungo accettata. Ora voltiamo pagina». Ma i destinatari del provvedimento non sono univoci nei giudizi: il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, dice che si va nella direzione giusta e che molte modifiche sono entrate nel testo. Ma attende comunque per la consueta prudenza di queste occasioni di vedere il testo. Di avviso decisamente opposto il presidente di Rete Imprese Italia Carlo Sangalli: «Dopo ripetute, pressanti e precise indicazioni, si ignorano i due elementi fondamentali per rispondere alle emergenze delle imprese: immediato sblocco e disponibilità delle risorse e modalità semplificate di accesso». Ma bisognerà attendere le prossime ore quando, in presenza di un testo “certo”, i dubbi diventeranno o meno opposizione. Di contro i sindaci esultano: «La giornata di ieri segna una vittoria dell'Italia dei sindaci, dell'Italia che produce, che si impegna e che soffre di non poter dare dignità al lavoro», dice il presidente dell'Anci Graziano Delrio.
LE CAMERE Il Parlamento intanto si prepara ad accogliere il testo e già si ipotizza di andare oltre i 40 miliardi messi nel piatto dal Governo. Ma su questo il “controllore” al Tesoro è inflessibile. Il deficit non si tocca, dice Grilli. Tecnicamente il decreto uscito ieri dal Cdm ricalca i contenuti già emersi dalle bozze dei giorni scorsi. Si conferma anche l'avvio della tanto richiesta «compensazione»: le imprese potranno iniziare a “compensare” i debiti verso il fisco con i crediti della Pubblica amministrazione. L'impatto è di 40 miliardi ed è in due anni: tranne che, spiega Grilli, le amministrazioni, come il Governo si augura, paghino «nei primi 3 giorni del 2014». Certo non si conosce l'esatto ammontare dei debiti e per questo entro settembre sarà fatto una sorta di check up, per poi trovare i soldi con la prossima Legge di stabilità. Ma, per i 40 miliardi previsti, ora strumenti e fondi sono disponibili. Per le imprese, poi, arrivano anche certezze. Le amministrazioni pubbliche, una volta ottenuto l'ok dal Tesoro, dovranno entro il 31 maggio comunicare il piano di pagamento ai creditori.
LA SARDEGNA Nove miliardi e 327 milioni di euro. A tanto ammonterebbero i debiti commerciali di Regione, Comuni e Province secondo un calcolo di Confindustria Sardegna. Cifre record, accumulate negli anni, calcolate sulla base dei cosiddetti “residui passivi”, le somme accantonate ma che non possono essere utilizzate dalle pubbliche amministrazioni. Somme che adesso potrebbero essere sbloccate, almeno in parte, e che secondo gli industriali sardi, sarebbero da imputare per 6,6 miliardi alla Regione, 1,8 miliardi ai Comuni e 815 milioni alle Province. «Il decreto consentirebbe di aumentare la capacità di spesa della Regione di circa 300 milioni», ha affermato l'assessore regionale della Programmazione, Alessandra Zedda. «La Giunta, peraltro, ha già previsto», ha aggiunto, «nella Finanziaria regionale alcune misure per l'abbattimento del debito commerciale». ( red. ec. )

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