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L'unione sarda. Il vino sardo, poco ma buono

La produzione è limitata, la qualità però è molto alta

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Poco ma buono. Parliamo di vino che in Sardegna può contare su una produzione limitata ma di alta qualità e per questo apprezzata in tutto il mondo. La conferma arriva dalla 47ª edizione del Vinitaly che apre oggi i battenti a Verona (chiuderà il 10) e dove l'Isola è rappresentata da 76 cantine. La manifestazione è la vetrina italiana più importante del settore: circa 4.300 espositori che lo scorso anno hanno accolto 140.600 visitatori (tra cui 48.600 stranieri) e 2.500 giornalisti provenienti da 45 Paesi. È quindi l'occasione ideale per presentarsi al mercato internazionale e far conoscere nuove produzioni.
I NUMERI La Sardegna punterà sulla qualità visto che rispetto al panorama nazionale produce appena l'1,2% del totale, circa 490 mila ettolitri all'anno. Di questi, però, il 66% è rappresentato da vini di qualità con 17 etichette Doc (Origine controllata), una Docg (origine controllata e garantita, il Vermentino) e 15 Igt (Indicazione geografica). «È un orgoglio per la Sardegna», spiega Dino Addis, presidente sardo di Assoenologi, nonché enologo delle Cantine di Gallura. «Molte altre regioni italiane hanno pochissimi vini a denominazione. La Sardegna non può competere sulle quantità ma ha un prodotto che vale, molto apprezzato soprattutto all'estero». Come ogni anno, il Vinitaly farà conoscere anche la Sardegna grazie alle degustazioni dei vini ma anche alle iniziative di carattere divulgativo che si svolgeranno nello stand Sardegna (dove sono ospitate 63 cantine mentre le altre più strutturate hanno un proprio spazio fuori dal padiglione regionale). «Il Vinitaly è una vetrina irrinunciabile», spiega l'assessore dell'Agricoltura Oscar Cherchi che in questi giorni sarà a Verona. «Quest'anno ci sarà anche una delegazione dalla Cina, dove aumenta la richiesta, di pari passo con la crescita economica, di prodotti di qualità. Dobbiamo puntare sul comparto enologico perché a fronte di un calo della quantità consumate, cresce il valore dei vini scelti: il mercato premia la qualità».
NOVITÀ Ed è quello che faranno i produttori. «Quest'anno celebriamo la nomina della nostra cantina come la migliore del 2013 secondo il Gambero Rosso, è la prima volta che una realtà sarda riceve questo riconoscimento», spiega Antonio Posadinu, responsabile delle relazioni esterne di Sella&Mosca. «Lo faremo lavorando su ciò che ci ha permesso di arrivarci: la ricerca, la qualità, l'innovazione e la tradizione ma anche la gestione dell'azienda in tema di ambiente e condizioni lavorative». Una buona occasione per un brindisi ma anche per intrecciare nuove relazioni «e puntare sempre più sui nuovi mercati: l'Italia continua a soffrire quindi bisogna andare oltre confine». Stessa filosofia quella delle cantine Argiolas che quest'anno presentano l'edizione speciale del Turriga per i 20 anni di produzione. «Ci aspettiamo una buona presenza della Germania e degli Usa, sono mercati che stanno andando bene», sottolinea Valentina Argiolas, responsabile marketing dell'azienda di Serdiana. «Speriamo ci sia molto movimento: quest'anno ci sarà la fiera di Bordeaux a giugno e questo potrebbe catturare l'attenzione degli asiatici che si spostano solo una volta per partecipare alle fiere». La manifestazione, è anche l'occasione per presentare nuovi prodotti ed etichette. Le Cantine di Gallura, ad esempio, stapperanno un nuovo spumante “Villae rosé” e il passito “Simplicius”. A Verona, poi, sarà presentata ufficialmente Siddura, la nuova cantina di Luogosanto che punta sul vermentino (“Maìa”).
Annalisa Bernardini

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