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L'unione sarda. «Mio figlio Leonardo deve vivere, speriamo soltanto in un miracolo»

Ancora gravi le condizioni del bimbo di 10 mesi ferito nell'incidente

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«Non ci dicono molto, Leonardo è grave, stanno facendo di tutto per salvarlo. Io spero, spero nel miracolo». Roberto Uccheddu, il padre del bimbo di dieci mesi ferito nel terribile incidente stradale in cui ha perso la vita la sua mamma Manuela Tuveri, non ha più neppure la forza di piangere. Troppo forte il dolore, troppo grande il tormento per dover rinunciare, per sempre, alla sua amatissima moglie, per sentirsi impotente davanti al dramma di marito e di padre che ora desidera solo di poter riabbracciare il suo bimbo.
IN OSPEDALE Nella sala d'aspetto della Rianimazione del Brotzu, il reparto dove il piccolo Leonardo, ricoverato mercoledì mattina dopo il terribile schianto, lotta per restare aggrappato alla vita, aspetta che i medici gli diano una speranza. Una sola, e spazzino via l'incubo della morte per dire che suo figlio ce l'ha fatta, ce la può fare. Quarantotto ore dopo il violentissimo frontale che gli ha procurato gravissime lesioni cerebrali e numerose fratture, il bambino è ancora in coma farmacologico. Ieri pomeriggio i medici lo hanno sottoposto a una seconda tac e alla risonanza magnetica e nelle prossime ore decideranno gli interventi da mettere in atto per abbattere la gravità delle lesioni.
LO ZIO «Non possiamo che sperare, sappiano che le condizioni di Leonardo sono molto serie, che le conseguenze dell'incidente sono state terribili. Ma deve vivere, per suo padre, per Manuela. Mia nipote era una ragazza davvero eccezionale, sempre sorridente, capace di darti allegria», racconta lo zio, l'ex senatore Rossano Caddeo, che di Sardara (il paese della donna morta nello scontro frontale) era stato sindaco. C'era anche lui, ieri mattina e poi ancora nel pomeriggio, dopo i funerali di Manuela Tuveri a Capoterra, nella sala d'attesa del Brotzu. Per stare vicino, come hanno fatto tanti altri parenti, molti amici della coppia, tanti colleghi di Sarroch, a Roberto Uccheddu.
LA TRAGEDIA Manuela Tuveri si era messa alla guida della sua Renault Megane Scenic mercoledì mattina verso le dieci, dopo aver sistemato sul seggiolino, nel sedile posteriore dell'auto, il suo bimbo. Doveva raggiungere il fratello Enrico che l'attendeva alla Corte del Sole di Sestu. È stato il forte ritardo a insospettire il giovane che sabato scorso si era sposato e proprio alle sua festa aveva visto sua sorella, Leonardo, Roberto. Così, dopo telefonate finite nel vuoto, ha percorso la strada verso Capoterra, quella strada che Manuela percorreva quando andava a far visita ai suoi genitori a Sardara. È lì, sulla pedemontana di Macchiareddu, che il cuore di Enrico è stato trafitto dal dolore, quando si è trovato davanti la scena terribile della tragedia. Ed è lì che poco dopo mezzogiorno è arrivato anche Roberto. Impietrito davanti alla Megane che ancora imprigionava il corpo senza vita di Manuela. Intanto la Polstrada ha consegnato al magistrato le conclusioni sull'incidente per il quale non ci sono indagati.
Andrea Piras

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