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L'unione sarda. «Finanziaria da rifare»

Il Pd: tagliare gli sprechi ed eliminare l'Irap per le imprese La replica dell'assessore: solo demagogia e critiche distruttive

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È che ormai pure le lavagne sono elettroniche, altrimenti le critiche del Pd alla manovra potremmo paragonarle a un colpo di cimosa: via tutto, tabula rasa. Niente da salvare nel testo della Giunta, almeno non secondo il capogruppo Giampaolo Diana e gli altri consiglieri della commissione Bilancio. Per anni l'opposizione ha presentato una contromanovra analitica, stavolta solo alcune proposte chiave: taglio delle spese non necessarie, anticipazioni alle imprese, e soprattutto - sempre per le imprese - un sostanziale azzeramento dell'Irap. «Lasciamo da parte le dichiarazioni demagogiche», replica l'assessore al Bilancio Alessandra Zedda, che parla di «critiche distruttive».
LE ACCUSE Diana sottolinea come «nelle audizioni in commissione, tutte le associazioni o categorie hanno bocciato la Finanziaria. Va rigettata interamente e riscritta, serve solo alla campagna elettorale di Ugo Cappellacci». «La Giunta - riprende Giuseppe Cuccu - alimenta grandi aspettative su temi come zona franca e patto di stabilità, ma sono aspettative vane: e questo creerà tensioni sociali».
La critica principale colpisce l'adeguamento del patto di stabilità (con 1,2 miliardi di spese in più) ma subordinato al sì del governo o di un giudice. E poi il fatto che quei soldi finanzino gli interventi dell'ormai famosa tabella F («circa 500 voci di spesa, un'assurdità», ironizza Chicco Porcu). Di fatto «interventi virtuali», come sottolinea il vicepresidente della commissione Bilancio, Franco Sabatini: «Si crei con quelle somme un fondo unico per le infrastrutture, e si ricontratti con lo Stato la revisione del patto di stabilità mostrando che uso faremmo di una maggiore capacità di spesa».
LE PROPOSTE Sabatini invoca poi assegnazioni cospicue «per l'assessorato dei Lavori pubblici, perché possa pagare subito i debiti alle imprese senza aspettare i tempi dello Stato».
Gian Valerio Sanna spiega invece l'idea sull'Irap (imposta sulle attività produttive): «Con un'aliquota già ridotta al 2,9% dà un gettito annuo di circa 625 milioni, somme quasi tutte non spese. La si porti allo 0,5% e la si elimini del tutto per le nuove imprese: 500 milioni in meno ma un grande aiuto alle aziende, che forse riprenderebbero a investire». Il sacrificio di 500 milioni è sopportabile anche perché «oltre un terzo delle spese definite obbligatorie in realtà non lo sono. Perché cresce il costo del personale se sono vietate assunzioni e stabilizzazioni? Perché si stanziano somme ingenti per inattuati rinnovi di software?».
LA REPLICA «I miracoli al contrario sono stati fatti dalla precedente giunta di sinistra», ribatte l'assessore Zedda, che difende «il confronto con lo Stato su entrate e patto di stabilità, con la richiesta di incontro ai ministri Grilli e Passera». All'opposizione che vuole «eliminare sprechi» ricorda che «il 99% della spesa di enti e agenzie è per il personale. Come lo scorso anno l'opposizione parla di voler riscrivere la manovra: le tanto sbandierate modifiche dello scorso anno incisero per appena l'1,2%, 85 milioni su un bilancio di 7 miliardi».
Giuseppe Meloni

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