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L'unione sarda. «L'aveva allevato come un figlio e lo amava tanto»

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SERRAMANNA «Povera donna: aveva cresciuto Anthony come un figlio, stravedeva per lui, non meritava di finire così». Incredulità e dolore: sono i sentimenti diffusi fra la gente, centinaia di persone, che si è affollata ieri sera attorno alla casa del delitto. L'uccisione di Maria Santoro, per mano del nipote, ha rotto ieri sera il tran tran quotidiano che regnava fra le palazzine a quattro piani, strette l'una all'altra, dell'ultima parte di via XXV Aprile, quella oltre il corso Repubblica, alle spalle della statua della Madonnina. Che, stavolta, non ha potuto proteggere la nonna premurosa che si era fatta carico di crescere il nipote, nato vent'anni fa dalla relazione tra Elisabetta Desogus (la figlia della vittima) e Giorgio Muscas, ora emigrato a Brescia.
«Una tragedia, la signora Maria amava tanto il nipote, l'ha in pratica cresciuto lei», commentava M.A., uno dei tanti vicini di casa di Maria Santoro e Anthony Muscas che hanno sostato a lungo attorno alla casa dove nonna e nipote abitavano. Ognuno aveva una parola da spendere, un ricordo da riferire. Anche nei riguardi di Anthony, descritto come un ragazzo «normale». Molti commenti, anche davanti al notes del cronista, «ma niente nomi». «Sa, qua ci conosciamo tutti e non vorremmo che la gente fraintendesse», dice un uomo che ha visto Maria Santoro, «fuori casa, fino alle 19 e 30». La bella giornata di caldo aveva spinto evidentemente la povera donna a trattenersi fuori fino all'ora di cena. «Al fresco, come si fa d'estate», continua l'uomo, forse uno degli ultimi ad avere visto viva Maria.
Clima mite e serata tranquilla, quindi, ma il dramma era in agguato. «È successo poco dopo le 20», racconta un giovane, anche lui abitante delle palazzine dell'ex Iacp, e conoscente di Anthony Muscas. «Qua ci conosciamo tutti», dice. «Com'era Antonhy? Normale, benvoluto, solo un po' sofferente negli ultimi tempi». Impossibile prevedere quello che è successo, anche per chi conosceva bene il ragazzo. Il giovane getta uno sguardo verso la stanza, illuminata, con dentro il corpo di Maria Santoro. «È stato sicuramente un raptus», è l'ultima sua frase, quasi ad esorcizzare un dramma difficile da accettare. (i.p.)

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