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L'unione sarda. In Sardegna il lavoro è sempre più “verde”

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La disoccupazione giovanile si attesta su livelli preoccupanti in Sardegna (40%) ma il futuro è nelle nuove professioni “verdi”. È questo il ritratto di “Green jobs, una risposta alle nuove generazioni”, seminario organizzato ieri a Cagliari dall'associazione Carta giovani per illustrare le potenzialità della green economy nel mercato del lavoro isolano. Ingegneri elettronici, meccanici, energetici, delle telecomunicazioni, montatori di apparecchi industriali, esperti in gestione dei rifiuti, analisti e progettisti di software, chimici, specializzati in bioedilizia.
Sono queste, oggi, le professioni “verdi” più richieste. In Italia, nel 2012 un quarto delle assunzioni sono state fatte dalle imprese verdi. «Le maggiori opportunità arrivano dal settore della chimica dove il numero dei lavoratori è destinato a salire», ha detto Marco Gisotti, giornalista esperto di economia verde, autore del libro “Guida ai green jobs”.
Anche in Sardegna è in atto una rivoluzione in tutti i settori dell'economia che sta ridisegnando i modi di progettare, consumare, produrre e smaltire: dall'agricoltura al mercato energetico, dai trasporti all'industria del mobile, fino all'edilizia, marketing e gestione rifiuti. Anche l'Isola sta investendo nella green economy, in linea con la media nazionale. Tra le vecchie province, quella più virtuosa è Nuoro, con il 26,5%, poi Cagliari (24,5%), Sassari (23,5%), infine Oristano (20,5%). «È un podio in cui salgono tutti», ha sottolineato Gisotti. «La green economy è un investimento sicuro per le imprese, per i lavoratori e per l'ambiente». Ci ha creduto, per esempio, Fabio Mereu, imprenditore cagliaritano di 35 anni. La sua idea? «Un car-sharing privato che, grazie a una tecnologia che utilizza le piattaforme internet e mobile, mette a disposizione auto per chi desidera spostarsi in città».
Ma.Mad.

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