Partecipa a labarbagia.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

L'unione sarda. «Il mio grande sogno? Una donna sul Colle»

CLAUDIA LOMBARDO. L'auspicio della presidente del Consiglio

Condividi su:

Accogliendo Giorgio Napolitano in Consiglio regionale, 14 mesi fa, Claudia Lombardo pronunciò un discorso accorato che descriveva la Sardegna come «una polveriera». Tra qualche giorno la presidente dell'assemblea parteciperà all'elezione del nuovo capo dello Stato: «Se ne avrò l'occasione - confida - vorrei salutare anche il presidente uscente».
Per dirgli cosa?
«Lo ringrazierei per averci sempre tenuto presente, anche nell'ultimo discorso di fine anno; ma gli ricorderei che i problemi di cui si parlò durante la sua visita sono ancora tutti lì».
Forse non poteva fare di più.
«Magari no. Però, detto col massimo rispetto, forse pensavamo che Napolitano, di fatto il padre del governo tecnico, potesse fare qualche pressione in più per affrontare i nostri problemi».
Il successore potrà fare meglio?
«Vedremo chi sarà, quale sarà la sua sensibilità. Vorremmo che si passasse prima o poi dalle parole ai fatti».
A lei chi piacerebbe?
«Mi piacerebbe contribuire a eleggere per la prima volta una donna. Nell'attuale Parlamento la presenza femminile è cresciuta, ma siamo ancora lontani da una democrazia paritaria. Per arrivare a quel risultato serve una forte complicità maschile».
Faccia il nome di una donna che vedrebbe bene sul Colle.
«A parte i limiti di età (non ha raggiunto la soglia minima dei 50 anni, ndr ), a me piace molto Emma Marcegaglia, persona caparbia, imprenditrice. Oppure Emma Bonino, col suo grande bagaglio di esperienza politica».
Se non si chiamasse Emma, ma fosse un uomo?
«Mario Draghi».
Bonino è tra i nomi del M5S. Degli altri nove, chi le piace?
«Neppure uno».
E invece le ipotesi Prodi e D'Alema, che sembrano più concrete, la convincono?
«Assolutamente no. Se dobbiamo votare un capo dello Stato per consentire a Bersani di andare alle Camere con un governo di minoranza, stiamo facendo il peggior danno possibile al Paese».
Allora cosa suggerisce?
«Che si trovi un nome condiviso da tutti. Per risolvere la vergogna di un Paese da quasi 50 giorni senza governo, tutti devono accantonare gli egoismi di parte».
Auspica larghe intese anche per il governo?
«Non vedo alternative. Un'intesa che, come prima cosa, modifichi la legge elettorale».
Lo dicono anche i dieci saggi. Come valuta le loro proposte?
«Molto appropriate. Con la riduzione del numero dei parlamentari, colgono l'attuale sensibilità dell'opinione pubblica».
Però è stata definita maschilista l'idea del telelavoro per le donne.
«In effetti il problema dei saggi è che erano tutti uomini. In politica la visione maschile continua a prevalere».
Giuseppe Meloni

Condividi su:

Seguici su Facebook