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L'unione sarda. Finanziaria, pace in maggioranza

VERTICE. Manovra più snella ma resta lo sforamento dei vincoli. Cappellacci: ora tempi rapidi

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Se è snella, piace di più: nel vertice di maggioranza la Finanziaria perde qualche pezzo, ma l'esito dell'insolita riunione domenicale a Villa Devoto è un'intesa più forte tra gli alleati. Grazie a un'azione più marcata per rivedere il patto di stabilità, tra l'altro eliminando la contestata tabella F sulle spese condizionate alla revisione medesima (notizia molto attesa da Comuni e Province). Ma anche grazie alla cancellazione di alcuni provvedimenti più di dettaglio («campanilistici», dice qualcuno) che stavano creando più di un malumore in Consiglio.
TEMPI RAPIDI «Un lavoro proficuo per accelerare la manovra», commenta il governatore Ugo Cappellacci, dopo le quasi cinque ore di confronto. Con lui l'assessore al Bilancio Alessandra Zedda e i leader di tutti i partiti: Pietro Pittalis del Pdl (anche lui molto soddisfatto: «Una domenica spesa bene»), Giorgio Oppi e Giulio Steri per l'Udc, Attilio Dedoni, Franco Meloni e il presidente della commissione Bilancio Pietro Fois per i Riformatori, e poi Mario Floris (Uds), Franco Cuccureddu (Mpa), Ignazio Artizzu (Fli) e Matteo Sanna (Fratelli d'Italia).
«Un vertice dal taglio molto operativo», commenta Fois alla fine: la Finanziaria è stata esaminata articolo per articolo, e sono emersi i problemi per cui, nei giorni scorsi, solo il Pdl aveva votato i pareri favorevoli alla manovra, nelle varie commissioni consiliari.
PATTO DI STABILITÀ La modifica più significativa, tra quelle concordate, rende più incisiva l'operazione che solleva di 1,2 miliardi i tetti di spesa. Secondo la prima stesura della manovra, la somma si sarebbe potuta utilizzare solo se il governo avesse accettato la proposta di revisione del patto (o se, in caso di diniego, un giudice avesse accolto il ricorso della Regione).
I 1.200 milioni coprivano appunto le spese della tabella F, perciò solo eventuali. Tra le risorse a rischio, i due terzi del fondo unico per gli enti locali: cosa che aveva allarmato sindaci e presidenti di Provincia. Ora invece la tabella scompare e le varie voci saranno «spalmate» tra gli assessorati.
Ma cambia anche il meccanismo con cui la Regione si assicura il miliardo e 200 milioni di maggiore capacità finanziaria. La norma viene riscritta da un emendamento della Giunta, stilato ieri col contributo degli alleati. L'uso di quella somma dipende ancora «dagli esiti della proposta di accordo» rivolta allo Stato sul patto di stabilità: poi però si aggiunge che la spesa sarà autorizzata «comunque a decorrere dal secondo semestre dell'anno in corso».
Dal primo luglio 2013, in pratica, si potrà far conto su un tetto di spesa (sanità esclusa) non di 2,51 miliardi, come dovrebbe essere secondo le regole attuali, ma elevato a 3,71.
PIÙ LEGGERA L'altra forte novità del vertice è la ripulitura della Finanziaria da interventi minori, etichettati dai partecipanti con una curiosa gamma di definizioni («mirati», «di campanile», o più brutalmente «marchette»). Alcuni riappariranno nei disegni di legge collegati, insieme a commi e articoli che la presidenza del Consiglio ha cassato dalla manovra considerandole norme intruse.
Lo snellimento serve anche a porre fine in fretta all'esercizio provvisorio: «Abbiamo lavorato per limare e asciugare la Finanziaria al fine di consentire un'accelerazione dei tempi dopo l'approvazione in commissione», dice infatti Cappellacci, che parla di «una riunione in un proficuo clima di collaborazione, che auspico caratterizzi anche il dibattito in aula».
REAZIONI «Se qualche incomprensione c'era, e forse c'era», ammette il capogruppo Pdl Pittalis, «dovrebbe essere superata». Il vertice proseguirà domani alle 18 e 30, per entrare nel merito delle tabelle del bilancio. Ma già dalla mattina inizierà in commissione la discussione generale sulla manovra: «Spero in un voto entro la settimana per poi arrivare presto in aula», confida il presidente Fois.
L'assessore agli Affari generali Mario Floris sottolinea «l'azione più decisa sul patto di stabilità». «Di fatto - aggiunge Franco Cuccureddu - si detta un termine per l'intesa con lo Stato, dopodiché si sfora».
Giorgio Oppi, segretario Udc, ha visto «un clima disteso, che ha permesso di correggere alcuni punti tenendo conto delle varie osservazioni». Ma senza tensioni: «Siamo giunti a conclusioni pressoché unanimi su quasi tutto, eventuali smagliature residue si potranno ricucire». È d'accordo Matteo Sanna: «Clima positivo e propositivo. Restano comunque tutti i provvedimenti essenziali, dal reddito di comunità alla flotta sarda».
Giuseppe Meloni

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