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La nuova sardegna. Arrivano altri soldi ma la Regione non potrà spenderli

Dopo i 220 milioni di Iva, un miliardo in più per il 2013 La Spisa: «Resta il blocco». Calvisi: «Colpa di Cappellacci»

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di Filippo Peretti.

CAGLIARI Dopo i 220 milioni di Iva, ottenuti grazie alla sentenza della Corte costituzionale, la Sardegna avrà nel 2013 un trasferimemento aggiuntivo di un miliardo di euro. La Regione, in sostanza, diventa finalmente ricca. Ma solo sulla carta. Perché la vertenza entrate non è stata risolta affatto e quindi neanche una monetina di queste nuove ingenti risorse finanziarie potrà essere utilizzata. La stessa giunta Cappellacci ha detto, con l’assessore al Bilancio Giorgio La Spisa, che le soluzioni giudiziarie non bastano e che servono soluzioni politiche: soprattutto è necessario che il governo centrale allenti la morsa del patto di stabilità. Il deputato del Pd Giulio Calvisi, membro della commissione Bilancio, replica con durezza: «La colpa del blocco è di Cappellacci che diserta le riunione tecniche a Roma». Ma il presidente della commissione Bilancio del Consiglio regionale, Pietrino Fois, sfida tutti: «E’ il momento di sforare i vincoli». Sui 220 milioni di Iva era stata la giunta Cappellacci a rivolgersi alla Consulta. E sul piano giuridico ha avuto ragione. Cosa che, però, non ha fatto esultare il presidente della Regione. Il quale sa bene che i 220 milioni saranno assegnati alla Sardegna e non più allo Stato ma sa anche che sino a quando c’è il patto di stabilità non vedrà un solo euro. E sa, in più, che nel 2013 ci sarà, nei trasferimenti statali, un ulteriore taglio di 300 milioni di euro. Come dire: doppia beffa. Il gover no perde davanti alla Corte costituzionale ma poi recupera i fondi da un’altra parte. «Cappellacci – dice però Calvisi – non può fare la vittima. La vertenza entrate si è messa sul binario giusto grazie al governo Monti e ai parlamentari sardi che hanno condotto la battaglia. Il presidente della giunta, dopo aver consentito a Berlusconi di bloccare le nuove entrate fiscali, ora vuole fare la voce grossa. Farebbe meglio, invece, a partecipare agli incontri tecnici di Palazzo Chigi in modo da concordare l’allentamento del patto di stabilità. Lo hanno fatto tutte le Regioni, la Sardegna è l’unica a essere rimasta fuori. La colpa è di Cappellacci. Noi faremo la nostra parte, ma è la Regione che deve partecipare a quel tavolo. Perché continua a disertarlo?». Intanto Pietrino Fois ha rilanciato ieri la sua idea di sforare il patto di stabilità per evitare che la Regione sia costretta a fare una «Finanziaria beffa» per il 2013, una Finanziaria, cioé, che comprende soldi che non possono essere utilizzati. «Anziché fare un’operazione contabile – ha detto Fois – dobbiamo investire sulle imprese, il sociale, il turismo e tutti gli altri settori della comunità sarda». Secondo l’esponente dei Riformatori «è inutile continuare a contare risorse che poi non possiamo spendere. Ora il consiglio dei ministri deve urgentemente affrontare la vertenza Sardegna. La settimana prossima convocherò la commissione Bilancio per valutare la possibilità di fare comunque una Finanziaria in grado di dare risposte alla crisi isolana»

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