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L'unione sarda. «Contratti sul latte irregolari»

Coldiretti: nelle stipule manca l'indicazione sul prezzo

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«Inquietanti anomalie». La corsa alla firma dei contratti sul latte, per poter accedere ai benefici del bando sulla diversificazione produttiva (previsti dalla legge 15), già mostra i primi problemi. E gli allevatori, denuncia Simone Cualbu, presidente di Coldiretti Nuoro-Ogliastra, «stanno subendo danni importanti».
IL PREZZO CHE NON C'È È una questione di regolarità dei contratti. «Mentre lo scorso anno sono nate le cooperative promosse dagli industriali del latte, sempre in funzione della legge 15», commenta Cualbu, «quest'anno abbiamo un proliferare di contratti che, pur riportando nell'intestazione la dicitura “Contratto per la fornitura di latte ovino e diversificazione produttiva”, richiedono all'allevatore una fornitura di almeno 20.000 litri di latte - prevista dal bando - ma senza specificarne il prezzo di vendita».
Per Coldiretti, si tratta di «un accaparramento di latte da parte degli industriali locali che, evidentemente, vogliono evitare quanto successo lo scorso anno, quando diversi gruppi del nuorese decisero di conferire il latte a un unico fornitore nazionale, facendo mancare dalla piazza sarda oltre 20 milioni di litri di latte ovino». Certi eventi, prosegue Cualbu, «confermano che il nostro latte è sempre più prezioso per le industrie isolane e le prime quotazioni, che danno il latte ovino isolano in ulteriore rialzo rispetto allo scorso anno, ne sono una ulteriore prova».
GLI OBBLIGHI Ma l'antidoto esiste. «Il fenomeno dei contratti di fornitura senza prezzo», osserva Aldo Manunta, direttore della Coldiretti Nuoro Ogliastra, «trova nell'entrata in vigore dell'articolo 62 del decreto del 24 gennaio 2012 un ottimo rimedio». Infatti, prosegue Manunta, «i contratti stipulati dagli allevatori dovranno obbligatoriamente indicare la durata, la quantità, le caratteristiche del prodotto, il prezzo e le modalità di consegna e di pagamento. In caso contrario, non saranno validi. Tutti gli industriali «sbadati» si dovranno adeguare alle nuove norme che, tra l'altro, vietano di stipulare accordi che prevedano prezzi palesemente al di sotto dei costi di produzione».
LA QUALITÀ Secondo Elisabetta Falchi, numero uno di Confagricoltura Sardegna, «i contratti sono uno strumento utile per regolare i rapporti tra allevatori e industriali, ma comunque non incidono sul prezzo del latte che continua a non essere remunerativo». Per Falchi, servono «griglie di qualità che consentano di incentivare la produzione di latte e formaggi di buona fattura, in particolare il pecorino romano che, se migliorato, potrebbe conquistare importanti fette di mercato estero».
Lanfranco Olivieri

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